È una Palermo misteriosa e cupa quella raccontata dal giornalista e scrittore, Giovanni Villino, nel suo secondo romanzo dal titolo Negare il bene. Il libro, disponibile in tutte le librerie e store digitali, è un noire che narra un intricato mistero che solo il protagonista, il giornalista precario Salvatore Luce, sarà in grado di risolvere. Nel farlo, accompagna il lettore in un viaggio per la città delle cripte e dell’occulto.
In Negare il bene “racconto la Sicilia con la sua ricca tradizione orale, nonostante, atavicamente, sia anche una terra in cui si parla poco”, ha affermato a BE Sicily Mag l’autore Giovanni Villino. “Palermo ha alle sue spalle oltre tre mila anni di storia, segnati dalle dominazioni che hanno preso possesso della città lasciando la propria traccia. Noi oggi siamo questo: il frutto di una meravigliosa commistione di DNA che ci rende una genia unica al mondo”.
“Negare il bene”: la trama del nuovo romanzo di Giovanni Villino
La trama di Negare il bene pone al centro Salvatore Luce, un giornalista precario alle prese con un lavoro che ama e che disprezza. La sua vita è destinata a cambiare per sempre il 24 giugno del 2022, quando si trova a fare i conti con un omicidio che lo riguarda da vicino. A sua insaputa e, soprattutto, contro la sua volontà è costretto a compiere un percorso tra il bene e il male. Un cammino che lo porta a scoprire il volto di una Palermo diversa, che si rivela ermetica e ricca di misteri.
In Negare il bene, l’autore Giovanni Villino svela luoghi nascosti del Cassaro, della Piana dei Colli e dei vecchi borghi marinari di Palermo, in un viaggio tra persone, parole o dettagli che fanno parte di un multiforme mistero, destinato a restare nell’inganno di una verità nascosta e impressa nella memoria.
Giovanni Villino racconta il giornalismo in “Negare il bene”
Ma dietro a indagini e misteri, il romanzo di Giovanni Villino nasconde anche una forte critica al sistema dell’informazione attraverso la vita professionale del giornalista Salvatore Luce. “La precarietà è una dimensione dell’essere molto particolare, che pian piano inizia a contagiare tutti gli altri ambiti della propria vita”, spiega Giovanni Villino. Il ruolo del protagonista è proprio questo: “Racconto come il settore del giornalismo, oggi, sia affidato a professionisti che, pur di vivere della propria passione, sono costretti a dividersi tra tanti lavori pagati a poco prezzo. Non è un problema strettamente legato a Palermo o alla Sicilia, ma è un fenomeno sociale diffuso in tutto il Paese”.
In questo modo Giovanni Villino si svela al pubblico raccontando, sempre nei panni del giornalista precario Salvatore Luce, alcune esperienze della sua carriera. “Anche io ho sperimentato il precariato nella mia vita, ma nel protagonista mi rivedo anche per via della sua voglia di scollegarsi da tutto e tutti, abbandonando il cellulare e scomparendo per chiunque lo cerchi. Allontanarsi da ogni pensiero e legame con la quotidianità per godersi la propria libertà è una rivalsa sociale molto divertente”.
