Oggi, 6 agosto 2024, ricorrono trent’anni dalla scomparsa di Domenico Modugno, un artista che ha lasciato un’impronta indelebile nella musica italiana e che ha sempre avuto un legame speciale con la Sicilia. Nonostante fosse nato a Polignano a Mare, in provincia di Bari, nutriva infatti un profondo affetto per la nostra Isola, al punto da farsi percepire siciliano di adozione. È proprio nella sua amata terra morì nel ’94. In particolare, nella villa che aveva acquistato negli anni ’70 a Lampedusa che si affaccia sulla nota Spiaggia dei Conigli. Quest’ultima è stata venduta nel 2020 e ad oggi appartiene a un resort.
Il legame tra Domenico Modugno e la Sicilia
Il legame tra Domenico Modugno e la Sicilia non si limita tuttavia esclusivamente a Lampedusa. Sua moglie, Franca Gandolfi, era infatti messinese di origine, nata a Montalbano Elicona. La famiglia Gandolfi gestiva una lavanderia nel villaggio Regina Elena e la donna frequentò il liceo classico Giuseppe La Farina. La coppia spesso tornava in questi luoghi, soprattutto per le vacanze estive. Il cantautore amava passeggiare nella zona del Ringo, affacciata sullo Stretto, e suonare la chitarra presso villa Mazzini, come ricordano alcuni testimoni. Negli anni ’50 e ’60, frequentò spesso anche Taormina, dove cantò la celebre “Resta cu’ me” in un giardino del Casinò. Negli anni ’80, Modugno si impegnò attivamente nelle battaglie sociali in Sicilia, come quella per il miglioramento delle condizioni dell’Ospedale Psichiatrico di Agrigento. Questo impegno, insieme alla sua carriera musicale e politica, consolidò il suo legame con l’Isola.
Il suo sentirsi “siciliano per adozione” rifletteva dunque un legame profondo e sincero con la nostra Isola. Per molto tempo, si diffuse persino una leggenda sulle origini siciliane di Modugno. Questa convinzione popolare nacque negli anni ’50, quando interpretò un soldato siciliano nel film “Carica eroica” e continuò con le sue prime canzoni, che mescolavano dialetto pugliese e siciliano. Il cantautore stesso non smentì immediatamente questa voce, il che causò non pochi disappunti tra i suoi concittadini. Nel 1993, durante un concerto a Polignano a Mare, mise una pietra sulle questione, ironizzando: “Chiedo scusa, ma per la fame avrei anche detto di essere giapponese!“. Nonostante ciò, la Sicilia rimase una presenza costante nella sua vita e nella sua arte, influenzando profondamente la sua produzione musicale.
“Lu Pisci Spada”: un omaggio alla tradizione marinara di Messina
Domenico Modugno attinse spesso alla tradizione siciliana per la sua musica. La canzone “Malarazza“, pubblicata nel 1976, fu ispirata da una poesia siciliana del 1857. Anche “Vecchio Frac“, una delle sue canzoni più conosciute, ebbe eco siciliano, in quanto ispirata dalla figura del principe Raimondo Lanza di Trabia, presidente del Palermo Calcio nei primi anni ’50.
Tra le numerose canzoni di Modugno, “Lu Pisci Spada“ occupa un posto di rilievo per il suo forte legame con la Sicilia e, in particolare, con Messina. Questa canzone, intrisa di pathos drammatico e romantico, racconta la storia di due pesci spada innamorati, separati tragicamente dai pescatori. Il brano, cantato in siciliano con voce accorata, è accompagnato da un suggestivo video girato in una feluca nello Stretto di Messina, che immortala la caccia a questa specie. Il cantautore fu ispirato dai racconti dei pescatori locali e creò una narrazione che celebra l’amore e il sacrificio.
“Lu Pisci Spada” non solo ebbe un grande successo, ma contribuì anche a rilanciare la tradizione della pesca del pesce spada. La canzone divenne il centro di documentari storici come “Tra Scilla e Cariddi” e “Lu tempu di lu piscispada“, diretti da Vittorio De Seta, che evidenziarono il legame profondo di Modugno con le tradizioni marinare di Messina.
A trent’anni dalla sua scomparsa, Domenico Modugno continua a vivere nei cuori dei siciliani e non solo. Le sue canzoni, intrise di passione e sentimento, risuonano ancora oggi.