Situata su un promontorio dominato dalla mole dolomitica del Monte Cofano, alto 659 metri e dalla cui vetta, nelle giornate di sereno, è possibile ammirare la costa e le Isole Egadi, la Riserva Naturale omonima, istituita nel 1997 dalla Regione Sicilia e gestita dall’Azienda Foreste Demaniali, è una delle perle naturali che madre natura ha regalato alla provincia di Trapani. Sita nel territorio del Comune di Custonaci, bacino marmifero tra i più importanti d’Italia e d’Europa e luogo d’estrazione del famoso “Perlato di Sicilia”, copre un’area di circa 537 ettari, facilmente raggiungibile sia dal capoluogo, percorrendo la strada provinciale che porta a San Vito lo Capo, sia da Palermo, tramite la Statale 187 direzione Castellammare del Golfo.
La natura da preservare della Riserva di Monte Cofano
Visitabile tutto l’anno, la Riserva Naturale di Monte Cofano è un piccolo concentrato di biodiversità. La vegetazione tipica è caratterizzata dalla presenza della palma nana, che ricopre vaste aree della stessa, ed ancora dalle ampie praterie, dove è presente la disa, un’erba filiforme conosciuta fin da tempi remoti e usata come fibra per legare le viti. Nella zona sono presenti anche altre rarità protette come l’Erica sicula, mentre, tra le pareti rocciose della montagna, fanno capolino gruppi di vegetazione spontanea rupestre. Gli speroni rocciosi della montagna, che imprime con la sua mole un tipico skyline all’intero territorio, sono invece l’habitat di molte specie di uccelli rari, tra cui ad esempio l’aquila del Bonelli, il falco pellegrino e il corvo imperiale.
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I sentieri della Riserva Naturale di Monte Cofano per il trekking
Uno sguardo al cielo, ma tenendo i piedi ben saldi a terra. Per gli amanti del trekking, infatti, la Riserva Naturale di Monte Cofano propone vari sentieri. Quello costiero è il più battuto: entrando dall’ingresso lato Baia Cornino, a piedi, si compie tutto il periplo del promontorio, fino ad arrivare al versante est. Il sentiero è percorribile anche in senso opposto, entrando dalla frazione di Tono – San Vito lo Capo. Indubbiamente questo sentiero è uno dei più suggestivi, a strapiombo sul mare per alcuni tratti.
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Sul percorso molte le vestigia storiche. La Torre di San Giovanni, chiusa al momento al pubblico, è il primo manufatto che si incontra lungo il cammino, antica testimonianza di un sistema di avvistamento costiero contro i pirati, la cui costruzione risale alla fine del 1500. Non è la sola torre. Proseguendo si arriva infatti ad un altro manufatto antico: la Torre di Tono, anch’essa con datazione intorno al 1500. È probabilmente un esemplare unico per architettura in Sicilia, con la sua forma a stella e pareti concave. A lato della stessa torre, si trovano gli edifici che un tempo ospitavano un’antica tonnara e, di fronte ad essa, c’è il piccolo isolotto roccioso “dello Scialandro”, con attorno acque cristalline e resti di antiche vasche di pesca scavate nella roccia. Un luogo meta di vacanzieri estivi attratti dai fondali rocciosi.
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Sull’altro sentiero, quello interno, le sorprese non sono terminate: qui si trovano altri resti storici. Tra questi quelli di un granaio fortificato comunitario risalente, secondo gli studi effettuati, al periodo islamico e localizzato a Pizzo Monaco, sul versante che guarda a Castellamare del Golfo.
Le grotte della Riserva di Monte Cofano e la leggenda del “passo della zita”
Lungo il percorso costiero all’interno della Riserva Naturale di Monte Cofano, è inoltre possibile imbattersi nella piccola Cappella del crocifisso realizzata nel 1700, a strapiombo sul mare, che è posta di fronte all’ingresso della Grotta del Crocefisso, chiusa attualmente al pubblico per motivi di sicurezza. La grotta naturale si trova a circa 60 metri sul livello del mare, è lunga 23 metri ed alta 6 metri. In passato qui sono stati individuati, durante le campagne di scavo archeologico condotte, piccoli residui di manufatti di origine paleolitica.
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Tra la Cappella del Crocifisso e la tonnara si intrecciano storia, natura e leggende: come quella che riguarda “u passo da zita”, ovvero il cosiddetto passo della fidanzata. Narrazione vuole, che su questi sentieri a strapiombo sulle rocce marine sottostanti, in tempi passati, si sia consumata una tragedia. La protagonista è una giovane, promessa sposa, la quale, venendo disarcionata dal dorso di un cavallo o di un mulo, precipitò nella scogliera, perdendo la vita. In particolari giornate, secondo la tradizione, sul mare sottostante apparirebbe una chiazza bianca in acqua, in memoria del velo nuziale della sfortunata donna. Leggende che rimandano ad una data non precisa, espressione di una tradizione popolare locale che ha tramandato il racconto di generazione in generazione.
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La Grotta del Crocifisso non è comunque la sola grotta esistente: sullo stesso versante della Riserva è poi possibile, salendo di quota, arrivare alla cosiddetta Grotta Perciata. Posta ad una altezza di circa 120 metri sul livello del mare, la cavità è alta circa 15 metri. La si può raggiungere attraverso dei rudimentali gradini scavati nella roccia. Anche questa grotta è stata oggetto di studi archeologici in passato.
I vermeti, la Stella Maris a ricordo dei caduti in mare
La Riserva Naturale di Monte Cofano racchiude al suo interno anche altre peculiarità. Ad esempio, la presenza di un particolare formazione rocciosa costiera di origine organica chiamato “trottoir (dal francese Marciapiedi) a vermeti”. Si tratta di un’importante biostruttura legata principalmente all’azione di alcune specie di molluschi.
Per gli amanti dello snorkeling, i fondali delle acque cristalline della Baia di Cornino, luogo vacanziero estivo, sono valide alternative esperienziali .Qui è possibile visitare, dotati delle opportune attrezzature anche la Stella Maris, possente statua raffigurante la Madonna con in braccio Gesù bambino, alta 5 metri e pesante circa 11 tonnellate, posizionata sul fondale a circa 13 metri di profondità nelle acque antistanti la baia, in memoria di tutte le vittime del mare. Non solo: per i vacanzieri, l’opportunità di farsi il bagno nelle calette di Cala Bukuto con la sua spiaggia mista di sabbia e rocce o in quelle del versante est, zona ex tonnara, con ingresso da Castelluzzo-Tono.

Terra, mare cielo, natura, storia e leggende. Un mix perfetto per un sito da riscoprire passo per passo. Un ultimo consiglio è quello di fermarsi per godersi, all’aria aperta, un momento di affetto nei confronti della persona che amiamo. Lo prescrive infatti l’apposito cartello che segnala “obbligo di baciarsi”, ammirando il mare antistante che guarda al Monte Erice dirimpettaio e possibilmente un tramonto estivo, che dà un tocco di magia in più. Ma questa è un’altra storia.