Dallo scheletro dell’antenata Thea a quelli degli esemplari di elefanti che un tempo abitavano l’Isola. A Palermo c’è un luogo dove si può ripercorrere la storia della Sicilia attraverso i secoli: è il Museo Geologico Gemmellaro, situato in corso Tukory 131, visitabile anche una domenica al mese con la cooperativa turistica Terradamare. Un percorso che incanta bambini e ragazzi, nonché ovviamente gli appassionati di geologia e paleontologia. A fondare il sito, nel 1860, fu Gaetano Giorgio Gemmellaro (1832/1904), in quegli anni docente di Geologia e Mineralogia presso l’Università degli Studi di Palermo.
Lo scheletro di Thea al Museo Gemmellaro di Palermo
Al primo piano del Museo Geologico Gemmellaro di Palermo si può visitare la Sala dell’Uomo. È qui che è conservato, in ottime condizioni, lo scheletro intero di una giovane donna che visse nell’Isola durante il Paleolitico, ovvero più di 14mila anni fa. È stato ritrovato negli anni ’30 in provincia di Messina, all’interno della Grotta di San Teodoro, nel territorio di Acquedolci. È per questo che gli studiosi l’hanno chiamata Thea. Secondo le stime, pare che sia morta all’incirca a 30 anni. Nell’esposizione è anche presente una riproduzione di quello che potrebbe essere stato il suo volto, sappiamo inoltre che era alta 164 cm.
Le sale del Museo Gemmellaro di Palermo
Thea tuttavia non è certamente l’unica attrazione presente al Museo Geologico Gemmellaro di Palermo. La struttura è suddivisa in tre piani, ognuno dedicato a un’area tematica diversa.
Piano Terra, Sala Enzo Burgio
Al piano terra è stata allestita la Sala Enzo Burgio. Qui vengono illustrati diversi processi di fossilizzazione e litogenici e si possono osservare le rocce sedimentarie, ignee e metamorfiche. Nella stessa area sono contenuti dei campioni dell’Isola Ferdinandea raccolti dal fondatore del museo, Gaetano Giorgio Gemmellaro e un suo acquerello che ritrae l’Isola, risalente al 1831.
L’elemento che maggiormente cattura l’attenzione del visitatore, tuttavia, è indubbiamente lo scheletro completo del Carnotauro (carnotaurus sastrei), un dinosauro teropode, lungo dai 7,5 ai 9 metri, alto fino a 4 metri e con un peso di circa 1,35 tonnellate. Si tratta di una copia dell’unico esemplare mai rinvenuto, che è stato scoperto nel 1984 nella provincia argentina di Chubut.
Primo piano: la Sala dei Fossili e la Sala dei Cristalli
Il primo piano del Museo Gemmellaro invece si divide in tre diverse aree espositive: una è dedicata ai fossili, un’altra ai cristalli e alle rocce (come calcite, celestina, gesso e zolfo), l’ultima è quella già citata dell’uomo. Qui è osservabile anche una riproduzione della mascella del Megalodonte, squalo preistorico dalle grandissime dimensioni, di cui il museo conserva anche un dente originale.
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Secondo piano: la Sala degli Elefanti
All’ultimo piano si trova la Sala degli Elefanti, che raccoglie diverse testimonianze del periodo del Pleistocene, ovvero tra i 500 e i 120mila anni fa. È qui che sono osservabili le riproduzioni degli esemplari di elefante nano, in quel periodo molto diffusi.
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Nella stessa sala si trovano anche una tartaruga gigante, una lontra siciliana (lutra trinacriae) e diverse altre specie.