venerdì | 7 Febbraio | 2025

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Topazia Alliata, la donna simbolo della storia di Duca di Salaparuta celebrata da Arrigo Musti con “Poliedrica”

"Poliedrica" è un trittico che va oltre la semplice rappresentazione biografica di Topazia Alliata: il racconto dell'artista Arrigo Musti

Il senso dell’innovazione e dell’emancipazione, della modernità e della passione per l’arte e la cultura. Tutto nella storia di una donna che ha racchiuso e miscelato tante vite. La siciliana Topazia Alliata è stata una pittrice di talento, una gallerista e anche una scrittrice. Una rivoluzionaria figura del Novecento, la cui parabola è stata segnata in modo particolare dal ruolo di visionaria imprenditrice del vino. È stata inoltre capace di rappresentare il suo intimo legame con la sua terra fino alla sua ultima stilla di vita nel 2015, quando è scomparsa all’età di 102 anni. 

Chi era Topazia Alliata?

Topazia era figlia del duca Enrico Alliata di Villafranca, discendente dell’omonima famiglia aristocratica, proprietaria della Vini Corvo a Casteldaccia, e di Sonia Ortúza De Olivares, cantante lirica allieva di Enrico Caruso. La donna è stata la moglie di Fosco Maraini, uno dei più grandi antropologi italiani, nonché orientalista e alpinista. La coppia ha dato alla luce la musicista Yuki Maraini e le scrittrici Toni e Dacia Maraini, quest’ultima amata e pluripremiata autrice di decine tra romanzi e saggi di successo.

“Non so perché mia madre abbia smesso di dipingere. Probabilmente non aveva abbastanza fiducia nel suo lavoro. Come tante donne, portava in sé la memoria atavica della sfiducia istituzionale”, così la scrittrice si è espressa in passato sulla vena artistica di sua madre. 

Topazia Alliata tra Renato Guttuso e Basilio Franchina - Be Sicily Mag
Topazia Alliata tra Renato Guttuso e Basilio Franchina

Gli omaggi all’arte di Topazia Alliata

Topazia Alliata è un esempio di eclettismo e anticonformismo, ancora oggi non abbastanza ricordato. Nell’ultimo decennio alcune mostre, come quelle a Palazzo Sant’Elia a Palermo nel 2016 e a Villa Cattolica, sede a Bagheria del Museo Guttuso e luogo in cui riposano le spoglie del grande pittore che gli fu amico, ne hanno narrato, oltre al talento artistico, anche l’impavida libertà e la capacità di assumersi responsabilità in periodi in cui una donna doveva, per definizione, contrastare venti avversi. Ma è chiaro che occorrano segni permanenti per celebrare questa figura.

Uno, a tal proposito, è stato apposto sabato 1 febbraio nella sala di rappresentanza di Vini Corvo, il marchio più antico dell’azienda Duca di Salaparuta. Una grande installazione in alluminio, composta da tre pannelli dipinti con smalti e vernici che rappresenta altrettante figure mitologiche: una Baccante, danzatrice di culti orgiastici seguace del dio Dioniso, e due dee, Demetra, divinità del grano e dell’agricoltura, e Artemide, dea della natura e protettrice delle giovani donne. A realizzarlo il pittore bagherese Arrigo Musti, che nelle sue opere scandaglia con uno stile da lui stesso definito ‘Impop’ temi profondi come il mito, la corruzione dei costumi, i diritti umani e la guerra e la pace, puntando spesso sulle figure più simboliche della contemporaneità. Non è casuale il titolo dell’opera: ‘Poliedrica’, dal termine greco polyedros, che vuol dire ‘molte facce’, proprio ad enfatizzare l’eclettismo di Topazia Alliata.

L’installazione è collocata in un luogo molto simbolico, il salone di rappresentanza di Duca di Salaparuta, sul litorale di Casteldaccia. È qui che l’azienda, che ha celebrato la scorsa estate i suoi due secoli di vita, ha avuto sino a pochi decenni fa il suo centro produttivo, dal quale gli effluvi del mosto appena ricavato dalle uve vendemmiate annunciavano la fine dell’estate ai ‘villeggianti’ della riviera locale, punteggiata da non poche eleganti residenze edificate a partire dal periodo successivo alla prima guerra mondiale.

Arrigo Musti 1 - Be Sicily Mag
Arrigo Musti

Il racconto di “Poliedrica” 

Poliedrica” è un trittico che va oltre la semplice rappresentazione biografica. L’opera, come ha illustrato lo stesso Arrigo Musti, “va contemplata come un’immagine unica che, metaforizzando la complessità della protagonista e della condizione umana, invita lo spettatore a riflettere sull’unicità della propria vita”. In questa specifica scelta stilistica l’artista ha utilizzato colori molto intensi: strumenti evocativi delle molteplici anime di Topazia Alliata. Lo scopo è stato quello di immortalarla in un’opera che “restituisce la sua vitalità indomita e la sensibilità di una donna capace di superare i confini temporali: rivoluzionaria e tradizionale al tempo stesso”.

“L’opera si inserisce nella filosofia di Duca di Salaparuta, che pone al centro della propria missione il legame tra uomo, territorio e cultura”, ha spiegato Roberto Magnisi, direttore delle cantine di Duca di Salaparuta, Corvo e Florio. Nel Novecento, Bagheria e il suo hinterland, d’altronde, sono stati terra fertile d’ispirazione artistica con espressioni molto diverse: dalla pittura di Renato Guttuso alla fotografia di Mimmo Pintacuda, dalla poesia di Ignazio Buttitta all’arte cinematografica di Giuseppe Tornatore

Sulla scia di questa vocazione l’azienda ha inteso completare il primo circuito culturale che vede coinvolti, oltre alla Cantina di Casteldaccia, anche il Museo Guttuso di Villa Cattolica a Bagheria e – per i 50 anni dalla realizzazione – la Vucciria, nella nuova esposizione allestita presso lo Steri di Palermo, dal Sistema museale dell’Ateneo di Palermo. “Non è un caso – ha aggiunto Magnisi – che il tributo a Topazia si svolga nella sede di un’azienda vitivinicola, luogo simbolo della sua visione del mondo. Armonizzare il passato con l’innovazione e la tradizione con l’arte”. 

Una relazione, quella tra vino e arte, che si traduce ancora una volta in etichetta per Duca di Salaparuta. L’opera di Arrigo Musti, infatti, veste d’ora in avanti con i suoi colori il vino creato dalla Alliata nel 1959: Colomba Platino. Elegante, moderno, iconico: un bianco che nasce da uve Inzolia e che, dalla vendemmia del 2019, viene affiancato dal Colomba Platino Nero d’Avola e adesso nuovissimo Colomba Platino Rosa, un vino rosato prodotto da uve Frappato. Le sfaccettature di Topazia narrate dall’innovativa veste grafica con le tre figure di “Poliedrica”. 

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