giovedì | 12 Dicembre | 2024
Giorgia Nunnari
Giorgia Nunnari
Messinese classe '95, amo l'arte, la letteratura e tutto ciò che comunica e unisce. Durante l'infanzia ho girato un po' ma poi lo Stretto mi ha richiamata a casa. Oggi vi racconto Messina e i messinesi.

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Nipitiddata, il dolce messinese che rappresenta la nascita di Gesù: origini e ricetta

La nipitiddata (o niputiddata) è un dolce tipico messinese dalle origini antiche: al centro ha una morbida farcitura che unisce alcuni degli ingredienti e dei gusti più caratteristici dei dolci dell'Isola

Giorgia Nunnari
Giorgia Nunnari
Messinese classe '95, amo l'arte, la letteratura e tutto ciò che comunica e unisce. Durante l'infanzia ho girato un po' ma poi lo Stretto mi ha richiamata a casa. Oggi vi racconto Messina e i messinesi.

Oggi è l’8 dicembre, un giorno di festa legato alla tradizione cristiana che onora Maria, celebrandone l’immunità rispetto al peccato originale. È la data in cui si inizia a decorare e addobbare gli alberi, tingendo così case e strade di quell’atmosfera di attesa e magia che anticipa il Natale. Una magia che sembra non abbandonare questa ricorrenza, anche a tavola. In Italia e soprattutto in Sicilia, infatti, le festività non possono che essere accompagnate dal buon cibo, con odori e sapori caratteristici che riportano immediatamente alla mente ricordi, suggestioni e tradizioni. A Messina l’Immacolata ha il sapore delle “nipitiddata“.

Cos’è la nipitiddata tra storia, forme evocative e un gusto inconfondibile 

La nipitiddata (o niputiddiata) è un dolce tipico messinese dalle origini antiche. Secondo alcune fonti la sua creazione risalirebbe ai tempi dei romani, mentre altri l’associano ai sapori e alle usanze derivanti dalla dominazione araba. Comunque la si pensi, da secoli questa pietanza viene gustata dai siciliani nel mese di dicembre, conquistandoli con un gusto ricco e una forma evocativa.   

La pastafrolla esterna diventa infatti un involucro dalla forma caratteristica a cui può essere data una duplice interpretazione ma che ne fa, in ogni caso, un omaggio all’Immacolata. Molto spesso, infatti, si parla di una simbologia che fa riferimento alla maternità della Madonna attraverso il ripieno e il modo in cui il dolce sembra schiudersi e dare vita a qualcosa di nuovo durante la cottura. Secondo alcuni questo processo sarebbe quindi una rappresentazione della nascita di Gesù e un buon augurio in vista del Natale.

La frolla esterna assume poi un aspetto particolare e significativo: ha infatti delle punte caratteristiche, che richiamano la corona a dodici stelle, simbolo dell’unione delle comunità indossato da Maria. Al centro, una morbida farcitura unisce alcuni degli ingredienti e dei gusti più caratteristici dei dolci dell’Isola. Qui la dolcezza dei fichi secchi, dei canditi e delle confetture incontra l’amaro del cacao e la croccantezza della frutta secca. Alcune varianti possono includere gianduia, cannella e zucchero a velo.

La ricetta della nipitiddata

La ricetta della nipitiddata prevede l’utilizzo di fichi secchi, noci, cioccolato, mandorle, frutta secca, cannella, chiodo di garofano, confetture e bucce di arancia secca. Per la frolla, invece, servono farina, burro, zucchero, uova, sale e latte. La preparazione richiede abbastanza impegno, ma in tanti ancora non ci rinunciano. Nonostante il forte legame con l’Immacolata e la giornata a lei dedicata, ad ogni modo, il dolce messinese si trova facilmente in qualsiasi pasticceria della provincia per tutta la durata di dicembre e durante tutte le festività. Esso è spesso richiesto anche fuori città e al di là dello Stretto. 

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