Esplorare la Sicilia, a ritmi lenti, entrando in relazione con le persone dei borghi. Quelli dell’entroterra, in particolare, piccoli scrigni culturali già molto marginalizzati. È il turismo lento e relazionale a poter agire come tampone al processo di spopolamento che li riguarda. E come soluzione di rilancio, qualificazione e diversificazione dei canali verso cui indirizzare l’incoming dei visitatori. Temi vivi che mettono in primo piano il settore extra alberghiero, non antitetico ma alternativo al sistema della tradizionale hotellerie: ovvero la galassia, in espansione, formata da bed&breakfast e agriturismi, da case vacanza e residenze storiche, passando per i camping e la recente formula del boat&breakfast, cioè l’esperienza all’insegna del relax a bordo di barche moderne o di caicchi vintage. È a questo sistema che l’intero scorso fine settimana è stata dedicata la BTE, la borsa internazionale del turismo extra alberghiero, allestita da Confesercenti Sicilia negli spazi del Cruise Terminal del Porto di Palermo, che hanno accolto 350 aziende, 40 espositori e 23 buyer internazionali in arrivo da 11 paesi europei, oltre a Stati Uniti, Canada e India.
La BTE a Palermo nel ricordo di Nicola Farruggio
La tre giorni hanno celebrato l’ottava edizione della BTE, dedicando un momento di commemorazione alla figura di Nicola Farruggio, presidente di Federalberghi Palermo, scomparso due settimane fa. Un imprenditore del settore alberghiero che ha sempre sostenuto l’importanza strategica di puntare anche sullo sviluppo di questa ricettività complementare, che “rispecchia un interesse in forte crescita sia da parte dei turisti stranieri sia da quelli provenienti da tutta Italia”. A sottolinearlo è il direttore regionale di Confesercenti Michele Sorbera. “Questo scenario ci porta a lavorare sempre di più per intercettare le esigenze dei titolari delle strutture ricettive e dei comuni siciliani dove in questi giorni si stanno recando i buyers presenti al convegno. L’evento si è concluso con una partecipazione che sarebbe forse stata ben superiori all’interno di spazi ancora più capienti”.
Autenticità e sostenibilità al centro del turismo
La BTE ha consentito di mettere a fuoco la dimensione e le strategie di sviluppo del mondo extra alberghiero. Un settore che oggi offre 120 mila posti letto, fattura più di 600 milioni di euro all’anno e mostra vaste prospettive di espansione. Concretizzabili però a condizione di incrementare gli investimenti nelle infrastrutture viarie e nel sistema dei trasporti dell’isola. “È necessario attivare una cabina di regia regionale che, nelle more di un potenziamento dei trasporti viari che passa per la realizzazione del Ponte, sia capace di influire sui trasporti aerei, attraendo le compagnie del settore a operare verso gli scali siciliani, ancora mal collegati con il mondo asiatico”, ha sottolineato il presidente della Camera di Commercio di Palermo e Enna, Alessandro Albanese.
Parole chiave della crescita turistica siciliana, sono “autenticità“ e “sostenibilità”, con il contraltare dell’overtourism, ovvero il sovraffollamento di visitatori che genera disagio urbano e intacca le identità dei territori. “Per fronteggiarlo la chiave di volta è il turismo sostenibile. La Sicilia ha tutte le carte in regola per essere un modello turistico se punterà ancora di più sulle piccole comunità locali e sul commercio di vicinato”, ha detto la presidente nazionale di Confesercenti Patrizia De Luise.
Lo ha rimarcato anche l’assessore regionale al turismo Elvira Amata, che nei prossimi giorni a Firenze rappresenterà la Sicilia al primo G7 sul turismo: “Credo profondamente nello sviluppo dei territori, dei borghi e nella valorizzazione delle tradizioni. Per questo stiamo mettendo in campo, tra altre azioni, anche Etneb, la piattaforma per ricomporre il legame tra cibo, vino, paesaggio e patrimonio storico-culturale nei territori dell’Etna e dei Nebrodi, due aree simbolo della Sicilia del turismo en plein air”. La crescita del turismo extra alberghiero va ulteriormente spinta. Ineludibili gli investimenti infrastrutturali: dalle strade per raggiungere i piccoli borghi, al potenziamento dei collegamenti via internet.
La Sicilia e la vocazione al turismo lento
La BTE di Palermo ha delineato i tratti della sostenibilità attraverso un report commissionato da Confesercenti Sicilia a OTIE, l’Osservatorio sul turismo nelle isole europee. Lo studio si è basato sulle risposte a 200 questionari fornite da altrettante aziende extra alberghiere. “Il quadro evidenzia la necessità di investire sulla cultura e la formazione alla sostenibilità, nell’accezione di benessere ambientale legato a quello sociale delle comunità, per salvaguardare l’identità dei luoghi proprio dall’aggressione dell’overtourism”, ha spiegato Giovanni Ruggieri, professore di economia del turismo e presidente dell’osservatorio. “Nel contempo la Sicilia deve sempre più puntare a diventare un’Isola verde, riducendo al massimo il consumo del territorio”. Un obiettivo che si può perseguire puntando sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente. “Nella metà dei quasi 400 comuni siciliani, oltre il 50% delle case sono vuote. Dunque, più che edificare nuovi alberghi, occorre recuperare e immettere nell’offerta turistica proprio questi volumi immobiliari, destinati, in caso contrario, a perdersi completamente”.
La vocazione al turismo lento dell’Isola più grande del Mediterraneo richiama insomma le camminate di Hermann Hesse tra boschi e colline. Non a caso focus importanti di quest’ultima BTE sono stati anche il Turismo dei cammini e il Cicloturismo. Un sistema, il primo, in netta crescita, ma con una forte esigenza di investimenti per aumentare il numero di sentieri da percorrere in autonomia grazie a un’adeguata segnaletica e a servizi ricettivi per i camminatori. Attualmente la Sicilia conta, tra circa 50 percorsi su strade sterrate o a basso traffico veicolare, una dozzina di vie devozionali riconosciute, come la Magna Via Francigena da Palermo a Agrigento e l’Itinerarium Rosaliae, da Palermo all’Eremo della Quisquina, nel cuore dei Monti Sicani, reinaugurato quest’anno in occasione del 400° anniversario del ritrovamento delle spoglie di Santa Rosalia.
Progetto innovativo per gli appassionati dei lunghi tragitti a pedali, invece, è la Sicily Divide, promossa dall’associazione non profit Ciclabili Siciliane. “Si tratta – spiega il Ceo Giovanni Guarneri – dell’attraversamento con mountain bike o bici gravel della Sicilia partendo da Trapani o da Palermo fino a Catania, per un totale di oltre 450 chilometri, diviso in 7 tappe. La finalità del progetto è favorire un processo di conoscenza capace di avviare iniziative economiche nei borghi”. È così che si potrà stimolare la gente che li abita a non andar via.