giovedì | 21 Novembre | 2024
Zaira Conigliaro
Zaira Conigliaro
Ha 20 anni e studia Scienze della comunicazione con indirizzo Cultura Visuale, ha un debole per l’arte, la moda e il cinema. Da marzo scrive con passione per Be Sicily Mag, sognando una carriera nel giornalismo. Determinata e creativa, cerca costantemente di migliorare le sue abilità, trasmettendo emozioni attraverso le sue parole.

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Francesco La Grassa, 148 anni fa la nascita del genio dell’architettura Liberty e modernista: la carriera tra Trapani e Roma

Francesco La Grassa ha ridefinito il panorama architettonico italiano tra le città siciliane e Roma, lasciando un segno indelebile nell'urbanistica e nell'arte monumentale

Zaira Conigliaro
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Ha 20 anni e studia Scienze della comunicazione con indirizzo Cultura Visuale, ha un debole per l’arte, la moda e il cinema. Da marzo scrive con passione per Be Sicily Mag, sognando una carriera nel giornalismo. Determinata e creativa, cerca costantemente di migliorare le sue abilità, trasmettendo emozioni attraverso le sue parole.

Accadde oggi: il 20 novembre del 1876 nasceva a Trapani Francesco La Grassa, che è stato una figura di spicco dell’architettura italiana. Le sue origini in una famiglia intrisa di creatività e cultura: il nonno Francesco e il papà Pietro erano abili costruttori di strumenti musicali, mentre la mamma era Giuseppa Patti, insegnante e scrittrice. Il figlio d’arte ha saputo intrecciare talento artistico e formazione tecnica, diventando uno dei protagonisti dell’architettura tra il XIX e il XX secolo, rappresentando il modernismo e il Liberty.

La carriera di Francesco La Grassa

Dotato di un innato talento per il disegno, Francesco La Grassa studiò a Palermo presso la Scuola di Applicazione, laureandosi in Ingegneria e ottenendo il diploma accademico in Architettura nel 1905. Dopo aver vinto un concorso per ingegneri del Comune di Roma, si trasferì nella capitale, dove lasciò un’impronta indelebile. Tra le sue prime opere, il cavalcavia tra Villa Borghese e il Pincio (1907), e la progettazione dei mercati generali all’Ostiense (1908-1916). Inoltre contribuì alla definizione del piano regolatore di Roma (1907-1909) e alla progettazione dei quartieri Flavio e Flaminio. Il suo stile si evolse dal gusto liberty, evidente nel villino Simoni (1909), verso un modernismo più essenziale nei villini Mucchi e Borgese e nelle abitazioni per i dipendenti statali in via Statilia (1910).

Francesco La Grassa non dimenticò mai tuttavia anche la sua terra di origine. La sua mano è tuttora visibile in diverse opere. In Sicilia l’architetto portò tanta innovazione. A Trapani progettò villa Laura D’Alì (1909), casa Ferrante (1908), e la celebre casina delle Palme (1920), un esempio straordinario di integrazione tra struttura e ornamento.

Casina delle Palme Trapani 01 - Be Sicily Mag
Casina delle Palme

Negli anni ‘20, si dedicò all’architettura religiosa e commemorativa. Il tempio del Sacro Cuore di Gesù a Trapani (1921) rifletteva il connubio tra tradizione siciliana e modernità. Inoltre, progettò numerosi monumenti e cappelle funerarie a Trapani, Roma e Noto, sempre con una forte carica simbolista.

Urbanistica e sperimentazione: il volto moderno della Sicilia

Dal 1920 al 1934, Francesco La Grassa rivoluzionò inoltre l’urbanistica siciliana. A Trapani, il suo piano regolatore segnò un approccio originale, culminando con il progetto di recupero della Marina. A Ragusa e Noto, i suoi interventi contribuirono a ridefinire il volto delle città, con progetti come il restauro del palazzo Ducezio e la trasformazione di edifici storici in nuove funzioni pubbliche.

Palazzo delle Poste Trapani 03 - Be Sicily Mag
Palazzo delle Poste a Trapani

I riconoscimenti a Francesco La Grassa

Le opere di Francesco La Grassa hanno ottenuto nel tempo riconoscimenti a livello internazionale, come alla Mostra di Architettura di Torino (1926). L’architetto si distinse anche per la sua curiosità scientifica, ideando il metodo “prospettottica” per la rappresentazione prospettica. Morì a Roma il 20 dicembre 1952, lasciando un’eredità che attraversa generazioni. Il suo contributo all’architettura e all’urbanistica rimane un simbolo di innovazione e dedizione.

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