Il chitarrista Umberto Porcaro e il fotografo professionista Manlio Ajovalasit sono pronti per volare negli Stati Uniti: prima della partenza, in programma tra qualche settimana, i due hanno raccontato a Be Sicily Mag il loro speciale legame, nato per caso, e il progetto che li porterà insieme a Memphis. Tra musica, fotografia e amicizia, i due artisti siciliani si preparano a rappresentare l’Italia all’International Blues Challenge, condividendo emozioni e grandi aspettative.
L’incontro tra Umberto Porcaro e Manlio Ajovalasit
Umberto Porcaro, chitarrista di 45 anni con una passione sfrenata per il Blues, racconta il suo percorso con Manlio Ajovalasit come un classico colpo di fulmine: “Ci siamo incontrati per caso nel 2014, ma da subito abbiamo capito che c’era un’intesa speciale. Lui ha saputo cogliere la parte migliore di me attraverso il suo obiettivo”. Il fotografo, da parte sua, scherza proprio su quel momento: “Mi sono imbucato nel camerino durante un suo concerto e gli ho rubato uno scatto. Da lì è nato tutto”.
La loro collaborazione li porterà ora negli Stati Uniti, dove Umberto Porcaro rappresenterà l’Italia all’International Blues Challenge di Memphis. Un evento di grande prestigio per il mondo del Blues. “Essere lì è già un’enorme soddisfazione”, spiega, “e ho voluto condividere questa esperienza non solo con la mia band, ma anche con Manlio, che è un po’ la mia coperta di Linus”.
La collaborazione e i progetti futuri
Manlio Ajovalasit, oltre a curare la comunicazione per l’ultimo album del chitarrista Umberto Porcaro, si occuperà di documentare l’avventura americana con un reportage fotografico. “È un’occasione unica, non potevo perderla. Sarò con lui per catturare ogni momento di questa esperienza straordinaria”, afferma con entusiasmo il fotografo.
Il futuro riserva inoltre grandi progetti per Umberto Porcaro. “Ho avuto la fortuna di condividere il palco con artisti incredibili e ogni volta l’energia cresce. Stiamo lavorando a un nuovo disco, che spero di pubblicare nel 2025”, anticipa il chitarrista. Manlio Ajovalasit, sempre con la sua macchina fotografica al fianco, ribadisce scherzosamente il suo ruolo: “Io suono solo il campanello, ma non mancherò di documentare tutto”.