Una petizione che conta già oltre 2100 firme, lanciata su charge.org, continua a rimbalzare via whatsapp in chat da domenica mattina. L’oggetto è la difesa del sovrintendente del Teatro Massimo, Marco Betta. La sua possibile rinomina è, fino a questo momento, in stato di attesa e al momento non più così certa dopo le ultime dichiarazioni del ministro Alessandro Giuli a Palermo sulle presunte “buone notizie”.
La petizione in favore di Marco Betta
La mobilitazione dal basso non è tardata ad arrivare con un invito accorato da parte di chi ama la musica. Nulla di più. A lanciarla è l’ingegnere palermitano Francesco Guttadauro, che in passato è stato sovrintendente della fondazione Orchestra sinfonica siciliana ma anche componente del cda e vicepresidente. E con una specifica motivazione. “Non ci va di restare a guardare, ad attendere sul futuro del Teatro Massimo, mentre la politica fa scaramucce. Per me e per chi sta sostenendo la petizione, la musica non ha colore politico. Noi abbiamo solo a cuore l’espressione artistica di questa città. Riconosciamo che Betta sia un professionista valido, una persona per bene e che ha dato lustro al Teatro Massimo. Il nostro è un approccio laico e siamo dell’idea che sia necessario mantenere chi ha fatto bene. Betta ha fatto grandi cose, basti ricordare le lodi del maestro Riccardo Muti a Palermo a suo favore, lo scorso anno: non è una cosa da poco”.
Nella motivazione della petizione, si legge che la raccolta firme ha l’obiettivo che Marco Betta “resti alla guida della Fondazione Teatro Massimo di Palermo“. “La sua esperienza e i suoi indiscutibili meriti artistici e gestionali – si legge ancora – hanno contribuito notevolmente a mantenere il Massimo come uno dei teatri più apprezzati non solo in Italia, ma in tutta Europa. Non possiamo permettere che perda una figura così essenziale. Confermarlo è prioritario per garantire la continua crescita e il successo del nostro amato teatro e assicurare un futuro brillante alla Fondazione”.
Come finirà il “caso” Teatro Massimo?
Il “caso Teatro Massimo” resta comunque aperto. Al momento sono cinque i componenti del Consiglio d’indirizzo e, come riporta lo statuto della Fondazione Teatro Massimo, il sindaco è di diritto il presidente. Oltre a Roberto Lagalla ci sono anche il giornalista Gaspare Borsellino nominato dal Ministero su indicazione di Regione e Comune e l’imprenditrice Marcella Cannariato, scelta da Palazzo d’Orleans. Mancano le ultime due nomine. E il nome del sovrintendente.
La poltrona è ancora vacante, ma Marco Betta, che attende paziente, è già “corteggiato” dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma.