Conosciuti per la loro andatura sicura e stabile, gli asini panteschi sono uno simbolo dell’isola di Pantelleria. Sebbene rappresentino un’importante e storica risorsa per l’isola del Canale di Sicilia, sono purtroppo anche pericolosamente vicini al rischio di estinzione. È per questo che è stato avviato un nuovo progetto dedicato alla conservazione e alla riproduzione della specie.
Asini panteschi: ecco come fermare l’estinzione
In collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Siciliana, il Dipartimento Sviluppo Rurale e il Parco Nazionale Isola di Pantelleria, il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale si pone l’obiettivo di salvaguardare la specie degli asini panteschi favorendo la riproduzione attraverso l’introduzione sull’isola di tre esemplari: il maschio Ursus e due femmine, Upupa e Bernadette.
In questo modo si assicura una nuova generazione di asini panteschi all’isola di Pantelleria. Gli esemplari verranno impiegati in attività didattiche, agricole, sociali ed ecoturistiche, che garantiranno un futuro sostenibile sia per la specie che per il territorio.
A collaborare al processo di salvaguardia degli asini panteschi anche l’Associazione Lento Vagare, che negli ultimi anni ha contribuito significativamente all’addomesticamento dei tre esemplari che saranno introdotti a Pantelleria per facilitare il ripopolamento della specie, preparandoli al contatto con l’uomo per attività come passeggiate, onoterapia e iniziative culturali.
Pantelleria e i suoi asini: un legame indissolubile
Nota già dal I secolo a.C., la razza degli asini panteschi nasce dall’incrocio tra l’asino selvatico africano e gli asini siciliani ed è autoctona dell’isola di Pantelleria. Gli esemplari sono celebri per il loro carattere vivace, oltre che alla grande maestria nel trasportare carichi pesantissimi lungo i sentieri accidentati dell’isola con velocità considerevole.