La Sicilia continua, tristemente, ad essere tra le regioni di testa nella drammatica classifica dei femminicidi. Ed è purtroppo in ascesa il numero di maltrattamenti, lesioni permanenti, atti persecutori, che maturano in ambito familiare e spesso non vengono denunciati dalle vittime. Nonostante la legge sul “Codice Rosso” abbia introdotto novità con l’intento di tutelare le vittime e ridefinire le azioni punitive, il nostro ordinamento giuridico non prevede misure di contrasto specifiche ed esclusive per la lotta alla violenza verso le donne.
Nella sessione plenaria appena conclusa a Strasburgo, il Parlamento europeo ha invece approvato nuove norme che mirano a prevenire la violenza di genere e a proteggere le vittime, a cominciare già dalla violenza domestica. Si tratta di azioni per la prevenzione degli stupri e la sensibilizzazione sul consenso, per la criminalizzazione dei matrimoni forzati e delle mutilazioni genitali femminili, con misure che vietano la divulgazione di informazioni private online senza il consenso e, dettaglio importantissimo, con l’individuazione di un sistema che fornisca assistenza specializzata alle vittime.
La prima normativa Ue contro i femminicidi
La prima normativa dell’Unione europea sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica ha visto la luce, con 522 voti a favore, 27 contrari e 72 astensioni, mercoledì scorso, 9 ottobre, con l’approvazione del Parlamento in via definitiva. La direttiva chiede leggi più severe anche per contrastare la violenza informatica e misure per prevenire gli stupri, senza dimenticare il doloroso e ancora radicato anche in Italia, fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, con la pratica della infibulazione. Le nuove norme entreranno in vigore dopo la loro pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e gli Stati membri avranno 3 anni di tempo per recepirle.
Torna il “sogno” di una Commissione antimafia Ue
Della opportunità che il Parlamento europeo istituisca finalmente una speciale Commissione sul fenomeno della criminalità mafiosa è invece tornato a parlare Giuseppe Antoci, eurodeputato siciliano del Movimento 5 Stelle/Gue.