“Matteo Messina Denaro? Un narciso patologico”. Il regista e sceneggiatore Antonio Piazza non usa mezzi termini nel raccontare il lavoro, piuttosto lungo, che ha portato alla genesi del film “Iddu”, nelle sale cinematografiche dal 10 ottobre. La pellicola è stata presentata in Sicilia in occasione di un tour di varie tappe, tra cui quella di Catania all’Eplanet Ariston.
La presentazione di “Iddu”, il film su Matteo Messina Denaro
“Leggeva Baudelaire, Pennac e la Bibbia. Non lo faceva per cultura ma per nutrire il proprio ego”. È un ritratto grottesco quello rappresentato da Antonio Piazza e da Fabio Grassadonia, entrambi autori del lungometraggio che rappresenta il terzo capitolo di una sorta di racconto sui generis della Sicilia, preceduto da film come Salvo e Sicilian Ghost Story.
Matteo Messina Denaro, figlio minore del boss Gaetano e capo di Cosa Nostra denominato (fra i tanti soprannomi) “u pupu”, è al centro di questa storia che si sofferma sullo scambio di pizzini con l’ex sindaco, assessore e consigliere comunale Catello Palumbo, soprannominato “il preside”, interpretato da Toni Servillo. “Ci ha molto incuriosito questo scambio così fitto tra i due e ci sembrava la chiave giusta per raccontare questa storia -spiega Grassadonia-. Il nostro focus è anche sul mondo che girava attorno a quella latitanza, un mondo grottesco, tragico e ridicolo al tempo stesso e così lo abbiamo voluto rappresentare.”
Nei panni di Matteo Messina Denaro c’è Elio Germano, presente all’anteprima di Catania. “Questo non è un film esclusivamente sulla Sicilia ma è un lavoro corale che rappresenta tutta l’Italia. È un film sulla nostra società, a tratti tragico a tratti persino comico”, ha affermato l’attore.
Il cast
Pizzini, tradimenti, segreti e complotti: lungo questa scia si sviluppa il racconto cinematografico che spinge il pedale sul parossismo interpretativo di alcuni personaggi. Completano il cast Daniela Marra, Barbora Bobulova, Giuseppe Tantillo, Fausto Russo Alesi, Betti Pedrazzi e con Antonia Truppo e con la partecipazione di Tommaso Ragno. E ancora: Filippo Luna, Rosario Palazzolo, Roberto De Francesco, Vincenzo Ferrera, Gianluca Zaccaria. Sul palco dell’Ariston anche Colapesce, che ha composto la canzone che si sente sui titoli di coda. Il cantante è stato di poche parole, salutando la platea e augurandole una buona visione, senza aggiungere altro.