L’aeroporto di Catania Fontanarossa “Vincenzo Bellini”, il quarto in Italia per volume di traffico, chiude il mese di agosto toccando un numero di passeggeri davvero molto alto: ben 1 milione e 272.822. Si tratta di un vero e proprio record. Anche se non sono mancate le polemiche legate alle ripetute chiusure, con dirottamenti e annullamenti, causate dall’attività dell’Etna, che ha creato non pochi disagi. Questi aspetti hanno condizionato anche i numeri degli altri aeroporti della Sicilia, in particolare il Falcone e Borsellino di Palermo e il Pio La Torre di Comiso.
I numeri dell’aeroporto di Catania Fontanarossa “Vincenzo Bellini”
L’aeroporto di Catania, che, secondo le stime effettuate per questo 2024, supererà il milione di transiti anche per quanto riguarda i mesi di settembre ed ottobre, “vola” dunque ad una media costante confermandosi, nonostante i numerosi limiti strutturali persistenti, la principale “porta d’ingresso” della Sicilia. Numeri, questi, avvalorati dall’indagine di Aci, “Airports Council International Europe”, che, di recente, considerando gli anni che hanno fatto seguito alla pandemia, aveva addirittura inserito lo scalo catanese nella “top 5” europea.
Un bilancio estremamente positivo, dunque, a conferma dell’impegno costante di Sac, la società che gestisce anche l’aeroporto di Comiso. Se, tuttavia, i numeri riguardanti Comiso rimangono davvero molto bassi, e ciò appare legato a tanti motivi (come, su tutte, le strategie commerciali adottate delle varie compagnie), sul versante occidentale della Sicilia l’aeroporto di Palermo fa registrare anch’esso delle performances ragguardevoli.
Il confronto con l’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo
La graduatoria sugli aeroporti più trafficati, proposta qualche giorno fa da Assaeroporti, l’associazione italiana dei gestori aeroportuali, vede, alle spalle di Fontanarossa, proprio il Falcone e Borsellino di Palermo. Poi c’è Trapani e a seguire, in quarta posizione, Lampedusa. Infine, a chiudere la speciale classifica riferita al numero dei passeggeri, c’è Comiso, che, visto il trend attuale, necessiterebbe di una precisa strategia volta ad un suo rilancio.
A competere con i numeri di Catania quindi rimane soltanto Punta Raisi, a Palermo, che a luglio di quest’anno ha registrato un totale di 1 milione e 19 mila passeggeri movimentati. Spostandosi a Trapani, la situazione cambia, e, per certi aspetti, ricalca (ma in misura minore) quanto avviene tra le “vicine” Catania e Comiso. Anche lo scalo di Birgi, difatti, presenta un trend in flessione pur restando terzo in Sicilia per numero di movimenti (sempre relativamente al mese di luglio) con un totale di oltre 144 mila passeggeri. Lo stesso vale per Lampedusa, che fa registrare un lieve calo nel numero di movimenti attestandosi, comunque, a più di 70 mila passeggeri.
Chiusure e dirottamenti, un’estate “turbolenta”: il futuro degli scali siciliani
Le chiusure estive dell’aeroporto di Catania legate alla cenere vulcanica e i conseguenti spostamenti di una lunga serie di voli, al di là dei numeri al rialzo, hanno ad ogni modo messo a dura prova la fragile infrastruttura aeroportuale siciliana. È evidente che quest’ultima necessita di un potenziamento e magari di una riorganizzazione al fine di poter gestire le situazioni di emergenza, che non è improbabile possano ripresentarsi in virtù dell’attività frequente dell’Etna.
Del resto, per un’isola che punta sul turismo, tali disagi per i passeggeri (come le tante cancellazioni con cui hanno dovuto fare i conti i gestori delle attività ricettive) sono da evitare in quanto provocano ripercussioni negative anche sull’immagine della Sicilia come meta da visitare.
A tal riguardo, soprattutto negli ultimi mesi, è emersa la proposta di creare un grande “hub” aeroportuale regionale, situato proprio al centro della Sicilia, tra Enna e Caltanissetta, e vicino all’autostrada che collega Palermo a Catania. L’obiettivo sarebbe anche quello di facilitare l’accesso da tutte le province, anche quelle più a sud come Agrigento. Le discussioni in merito sono più aperte che mai.