Si è chiuso il sipario sulla 35ª edizione dei Palermo Ladies Open. A distanza di giorni, però, gli occhi di una cinquantina di bambini non smettono di brillare. Tra questi c’è Nadia, 13 anni, che si è avvicinata al tennis circa 7 anni fa e ha tutta l’intenzione di continuare a praticarlo ancora per molto. Soprattutto, dopo una settimana come quella che ha appena vissuto. Il torneo infatti le ha dato la possibilità di incontrare da vicino le sue beniamine.
Il racconto del Palermo Ladies Open agli occhi della piccola Nadia
“Fare la raccattapalle per sei giorni è stata un’esperienza bellissima e mi piacerebbe ripeterla”, racconta la piccola Nadia a Be Sicily Mag al termine del Palermo Ladies Open. Ciò che resterà impresso nella sua mente, però, è anche il turbinio di emozioni nel potersi allenare per un paio di ore con Marina Bassols e Irina Begu, che occupano rispettivamente le posizioni 118 e 138 del ranking Wta.
Ormai, è una tradizione del torneo di scena al Country Time Club organizzare, tra le attività di contorno, anche i cosiddetti “Kids day”, giornate di allenamento per i bambini delle scuole di tennis di Palermo. “È stata una grande occasione per noi, secondo me veramente importante. Ed è stata un’opportunità preziosa in un certo senso confrontarsi con le atlete, prendendo spunto sia da Begu che da Bassols”, ammette ancora la tredicenne.
L’emozione era così palpabile che nessuno ha osato chiedere niente alle campionesse. “Ci siamo limitati a palleggiare in campo. Mi ha colpito molto una cosa, ovvero che non smettevano mai di muoversi. Tra un colpo e l’altro, stavano sempre in movimento. E dovremmo farlo anche noi, cioè, sappiamo che dovremmo farlo, ma ogni tanto ce ne dimentichiamo”. Le due ore di stage sono state diverse, anche in base alla maestra che si sono trovati di fronte: “Marina Bassols stava al fondo e noi sottorete, mentre con Irina Begu è successo l’esatto contrario. Lei in rete ci rispondeva con le volée”.
C’è però un piccolo rammarico: “Non ho avuto la fortuna di vedere la Paolini in finale l’anno scorso”, ammette Nadia. Ma quest’anno si è rifatta: “Dopo aver finito i miei sei giorni da raccattapalle, ho potuto assistere a semifinali e finali dalle tribune, come spettatrice. E spero di poterlo rifare l’anno prossimo”.
La soddisfazione di Massimiliano Andreini
“Non è una cosa che succede tutti i giorni, soprattutto alla loro età, ritrovarsi con una professionista – fa notare Massimiliano Andreini, maestro del Cinà Tennis Institute – dall’altra parte della rete. Già solo questo è una grandissima esperienza. Con noi i bambini svolgono tanti allenamenti, ci conosco da tanti anni, ma giocare con le campionesse che poi vedono sul centrale durante il torneo è tutta un’altra cosa. Io alla loro età non ho avuto questa fortuna”.
Ai due “Kids day” organizzati quest’anno hanno partecipato una cinquantina di bambini dai 7 anni in su. Alcuni, come Nadia, erano alla loro prima esperienza. “Con Irina Begu – dice Andreini – cambiavo tipologia di palle a seconda del livello di tennis dei bambini. Mentre alcuni fanno preagonistica, ce ne erano altri che si stanno approcciando adesso a questo sport. E lei è stata molto carina a adattarsi a questa situazione molto particolare. Per promuovere lo sport, non ci sono occasioni migliori dei clinic. Per adesso il tennis, grazie ai successi di Sinner, Paolini e Musetti sta vivendo un nuovo periodo d’oro, ottimo per tutto il movimento di base”.