Santa Rosalia, la protettrice di Palermo e di tutti i palermitani, che secondo la leggenda liberò la città dalla peste del 1624, è tradizionalmente raffigurata come una giovane fanciulla bionda con una corona di rose che le adorna il capo e dei gigli tra le mani, due elementi che rimandano al suo nome. Rosalia, infatti, non è altro che una crasi tra le parole rosa e lilium, ovvero rosa e giglio. Soggetto di tantissimi dipinti presenti nei musei di mezzo mondo, è una vera e propria icona dell’arte. La sua immagine, infatti, non è mera icona religiosa, ma fonte d’ispirazioni per artisti di ogni epoca storica e nazionalità.
L’immagine di Santa Rosalia nell’arte del Seicento
Alla nascita dell’iconografia di Santa Rosalia ha contribuito il pittore fiammingo Antoon Van Dyck che, nell’anno in cui infuriava l’epidemia di peste, si trovava proprio a Palermo. Con le sue opere Van Dyck ha contribuito a fissare l’immagine canonica della Santa patrona di Palermo, raffigurando Rosalia come una giovane eremita in saio monacale, sempre dipinta all’interno o nei pressi di una grotta. Oltre alle rose sulla testa e al già citato giglio stretto fra le mani e segno di verginità, altri elementi ricorrenti nelle opere che hanno come soggetto Santa Rosalia, sono il teschio e la palma.
Simboli della sua vita penitente il primo e simbolo di martirio il secondo, sia il teschio che il ramoscello di palma sono elementi ricorrenti nelle opere di Mattia Preti e Luca Giordano, pittori che hanno dipinto la Santa tra il 1603 e il 1697.
Particolarmente interessante è anche l’opera del monrealese Pietro Novelli, intitolata Santa Rosalia di Palermo in gloria, che presenta tutti gli elementi tipici dell’iconografia di Santa Rosalia e ci mostra anche uno scorcio su Monte Pellegrino che appare riconoscibilissimo nell’angolo in basso a sinistra.
Santa Rosalia a 400 anni dal miracolo
Oggi Santa Rosalia continua ad essere venerata da Palermo e tutti i suoi cittadini che si apprestano a celebrare i 400 anni dal suo più grande miracolo: aver scacciato da Palermo la peste per mezzo della sua fede in Dio.
Dalla statua marmorea di Santa Rosalia su Monte Pellegrino, alle numerose sculture che si sono susseguite nei diversi “Festini” che negli anni hanno ravvivato la devozione dei palermitani, il volto e le fattezze della Santa sono state reinterpretate da tantissimi artisti diversi come il palermitano, Domenico Pellegrino, che alla “Santuzza” ha dedicato molte collezioni.
La sua creazione Santa Rosalia ne è un esempio: la scultura immortala il volto della statua di Rosalia che lo stesso Pellegrino ha realizzato nel 2014 in occasione del 390° Festino di Santa Rosalia e che ha sfilato sul carro lungo il Cassaro a Palermo.
Ma la firma inconfondibile di Domenico Pellegrino sono le sue luminarie, con le quali ha dato vita alla collezione Rosa, Rosae, Rosalia, facendosi ispirare dalla leggenda secondo la quale la patrona di Palermo, durante il suo cammino verso l’eremo di Santo Stefano Quisquina, si sia recata nel bosco delle rose, facendo fiorire le peonie senza spine al suo passaggio e da allora i fiori sbocciano nel mese di febbraio.
Ma è Luce Rosalia – Speranza sul Mare di Palermo, la più recente installazione di Domenico Pellegrino dedicata alla patrona di Palermo: l’opera, realizzata in legno e luminaria, ritrae la Santa circondata da un’imponente installazione luminaria che si muove al ritmo della musica composta da Alberto Santamaria e che celebra la speranza per il futuro della città con un messaggio di inclusività e accoglienza.
Ma come ogni Festino che si rispetti, Palermo freme per scoprire l’aspetto della statua che la notte del 14 luglio sfilerà per le vie cittadine e infine, pronunciare una preghiera o chiedere la grazia alla Rosalia di Filippo Speranza, artista che già lo scorso anno ha ammaliato la città con il “Carro Luna”. Quest’anno Speranza torna a celebrare la Santa patrona di Palermo con una statua fuori dai canoni iconologici classici: dipinta interamente di bianco e con dettagli in oro, la statua di 230 centimetri, incarna la Rosalia che va incontro ai bisogni della gente.