venerdì | 18 Ottobre | 2024
Zaira Conigliaro
Zaira Conigliaro
Ha 20 anni e studia Scienze della comunicazione con indirizzo Cultura Visuale, ha un debole per l’arte, la moda e il cinema. Da marzo scrive con passione per Be Sicily Mag, sognando una carriera nel giornalismo. Determinata e creativa, cerca costantemente di migliorare le sue abilità, trasmettendo emozioni attraverso le sue parole.

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Bronzi di Riace, l’origine è a Siracusa? Uno studio sulle caratteristiche svela nuovi dettagli

I Bronzi di Riace sono protagonisti di numerose storie e leggende, che gli hanno attribuito nel tempo varie origini, autori e identità: l'ultima ipotesi riporta a Siracusa

Zaira Conigliaro
Zaira Conigliaro
Ha 20 anni e studia Scienze della comunicazione con indirizzo Cultura Visuale, ha un debole per l’arte, la moda e il cinema. Da marzo scrive con passione per Be Sicily Mag, sognando una carriera nel giornalismo. Determinata e creativa, cerca costantemente di migliorare le sue abilità, trasmettendo emozioni attraverso le sue parole.

I Bronzi di Riace, due statue di bronzo datate intorno al V secolo a.C., sono tra i reperti archeologici più affascinanti e misteriosi mai scoperti. Il nome deriva dal fatto che sono stati rinvenuti nel 1972 nei fondali marini vicino a Riace, in Calabria, ma l’origine potrebbe essere diversa. Uno studio rivela infatti che probabilmente questi capolavori dell’arte greca antica, noti per la loro straordinaria qualità artistica e l’ottimo stato di conservazione, sono “siciliani”.

Cosa sono i Bronzi di Riace

I Bronzi di Riace sono tra le più importanti scoperte archeologiche del XX secolo, in quanto rappresentano un punto di riferimento per lo studio della scultura greca classica. Queste opere furono scoperte il 16 agosto 1972 da Stefano Mariottini, un subacqueo dilettante, durante un’immersione nelle acque del Mar Ionio, e trasferite al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, dove subirono un lungo e delicato processo di restauro.

Le operazioni di restauro hanno rivelato dettagli sorprendenti, come l’uso di argento per i denti e di rame per le labbra e i capezzoli, confermando l’alta qualità artistica e tecnologica degli scultori greci​, che utilizzarono la tecnica della “fusione a cera persa”. I dettagli anatomici sono resi con estrema accuratezza – dall’epidermide affiora­no vene e arterie – e la muscolatura possente trasuda fisicità e forza. Gli occhi sono in calcite bianca, con iridi in pasta vitrea e caruncola lacrimale in pietra rosa. I due guerrieri di bronzo hanno affascinato studiosi e appassionati di arte per la loro straordinaria qualità artistica e il mistero che avvolge la loro origine e funzione.

I bronzi di Riace sono noti come “Bronzo A” e “Bronzo B”:

  • Bronzo A: Alto 198 cm, possiede una capigliatura lavorata e rifinita sulla sommità e una barba fitta e abbondante, con ciocche mo­dellate singolarmente; sulla fronte è applicata la tenia, fascia che incornicia i riccioli e conferisce regalità all’acconciatura.
  • Bronzo B: Alto 197 cm, ha la testa liscia, deformata verso l’alto per accoglie­re meglio l’elmo corinzio rialzato sul capo in modo da lasciare il volto scoperto.

Non è mai stato stabilito con assoluta certezza se la coppia di statue costituisse, fin dalle origini, un gruppo unico oppure se il loro accostamento sia stato realizzato solo in occasione del trasporto via mare. Non si sa nemmeno se i due uomini rappresentino atletieroi (come Agamennone e Aiace, Achille e Patroclo, Tideo e Anfiarao) o divinità (Castore e Polluce). È anche per questo che destano da sempre grande curiosità.

L’origine dei Bronzi di Riace richiama a Siracusa

Oltre a essere sconosciuta l’identità dei Bronzi di Riace, è tale anche la loro origine. Una delle teorie più affascinanti è quella che ipotizza che quest’ultima sia siciliana. A supportarla è uno studio recente coordinato da Anselmo Madeddu, esperto di storia e bronzistica greca, e Rosolino Cirrincione, direttore del dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania, e composto da un’équipe dell’ateneo catanese e dell’Università di Ferrara, i cui risultati verranno presentati giovedì 25 luglio all’hotel Parco delle Fontane, nella città aretusea.

Gli esperti suggeriscono che le statue potrebbero essere state realizzate in un’officina siciliana di Siracusa, importante centro di produzione artistica della Magna Grecia. Gli autori dello studio in tal senso hanno confrontato le caratteristiche geochimiche dei materiali di saldatura dei Bronzi di Riace con quelle di diversi campioni prelevati in una specifica area del territorio siciliano, riscontrando una corrispondenza. La teoria è supportata anche da analisi tecniche che mostrano somiglianze tra i Bronzi di Riace e altre opere siciliane dello stesso periodo.

Ecco alcuni degli argomenti principali a favore di questa ipotesi:

  1. Stile e Tecnica: Alcuni storici dell’arte notano somiglianze tra i bronzi di Riace e altre opere provenienti dalla Sicilia. Ad esempio, i dettagli anatomici e l’espressione dei volti ricordano alcune sculture siciliane del periodo.
  2. Provenienza del Bronzo: Analisi chimiche della composizione del bronzo utilizzato per le statue suggeriscono l’uso di materiali tipici della regione siciliana. Questo indicherebbe una produzione locale o almeno un transito attraverso la Sicilia.
  3. Rotte Commerciali: La Sicilia era un importante crocevia delle rotte commerciali del Mediterraneo antico. È plausibile che le statue possano essere state trasportate attraverso l’isola durante i loro spostamenti.
  4. Documenti Storici: Alcune fonti antiche menzionano la presenza di grandi statue bronzee in Sicilia, il che potrebbe suggerire una tradizione locale di produzione di opere d’arte di questo tipo.

La teoria non è tra l’altro nuova. Brunilde Sismondo Ridgway, una delle massime esperte di scultura greca, ritiene che l’idea di un’origine coloniale, come quella siciliana, sia incoraggiante e rappresenti una valida alternativa alla tradizionale visione atenocentrica. Salvatore Settis e Vinzenz Brinkmann, invece, identificano i guerrieri con Erechtheus ed Eumolpos, legati alla mitologia ateniese, basandosi su descrizioni antiche di gruppi scultorei simili.

Il mistero del trasporto

Un ulteriore mistero relativamente ai Bronzi di Riace riguarda il trasporto delle statue. È generalmente accettato che le statue fossero in viaggio su una nave che affondò, ma non è chiaro se fossero destinati a un sito locale o se fossero parte di un bottino di guerra. Le indagini subacquee non hanno ancora trovato tracce del relitto, alimentando ulteriormente il fascino e il mistero che circonda queste opere. La scoperta continua di nuovi dati potrebbe in futuro fornire ulteriori conferme o portare a nuove sorprendenti ipotesi sulla storia di questi enigmatici guerrieri di bronzo.

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