domenica | 30 Giugno | 2024
Giorgia Nunnari
Giorgia Nunnari
Messinese classe '95, amo l'arte, la letteratura e tutto ciò che comunica e unisce. Durante l'infanzia ho girato un po' ma poi lo Stretto mi ha richiamata a casa. Oggi vi racconto Messina e i messinesi.

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“Gli immortali”, la regista Anne Riitta Ciccone presenta il film a Messina: “È nato da una promessa a mio padre”

In occasione della presentazione de “Gli Immortali” presso la Multisala Apollo di Messina, la regista finnico-siciliana ha raccontato a Be Sicily Mag la storia di suo padre e di come ha ispirato un film tra fantascienza, realismo e teatro greco

Giorgia Nunnari
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Messinese classe '95, amo l'arte, la letteratura e tutto ciò che comunica e unisce. Durante l'infanzia ho girato un po' ma poi lo Stretto mi ha richiamata a casa. Oggi vi racconto Messina e i messinesi.

Sabato 22 giugno, presso la Multisala Apollo di Messina, si è tenuta la presentazione del film “Gli Immortali” alla presenza della regista Anne Riitta Ciccone, l’attrice protagonista Gelsomina Pascucci e il montatore Lorenzo d’Amico De Carvalho. La pellicola, che ha fatto il suo esordio allo scorso Festival del Cinema di Roma, è stata ora portata sull’Isola per un tour iniziato venerdì 21 a Siracusa e Catania e conclusosi domenica 23 al Cinema King di Palermo. 

La tappa di sabato ha assunto particolare importanza per la regista, che ha scherzato sul fatto di essere “come in Nuovo Cinema Paradiso“. Il padre di Anne Riitta Ciccone, la cui storia ha ispirato il film, era infatti originario proprio di Messina. “È molto emozionante, non tanto in Sicilia in generale, ma in questa città, è molto strano”, ha ammesso a Be Sicily Mag

La trama del film “Gli immortali”

Prodotto da The Film Club, Launchpad39a con Rai Cinema e distribuito da Europictures e Vision, il film “Gli Immortali” mette al centro della scena un rapporto complicato ma forte, con le emozioni e le difficoltà che la protagonista Chiara (alter ego della regista) deve affrontare quando scopre che il padre è malato terminale. 

Interpretata egregiamente da Gelsomina Pascucci, Chiara non vede il padre da anni, ha smesso di credere negli dei e lavora come tecnico delle luci a teatro. Quando Vittorio, impersonato dal catanese David Coco, torna nella vita della figlia, sta già combattendo una malattia che sembra considerata da tutti come una punizione divina. Per coincidenza, Chiara sta lavorando all’allestimento della tragedia euripidea “Le Baccanti”, in cui Dioniso punisce l’umanità per non aver creduto nella sua natura divina. 

Guest star d’eccezione la messinese Maria Grazia Cucinotta, nei panni di una fredda e distaccata dottoressa. Nel cast anche la palermitana Roberta Sardella nei panni di Ludovica, compagna di Chiara. 

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Anne Riitta Ciccone presenta “Gli Immortali” tra realtà, tragedia greca e fantascienza

Gli Immortali” è quindi una storia vera, tratta dall’esperienza, ma porta sullo schermo anche le emozioni e l’inconscio della protagonista. Luoghi e fatti sono esagerati e resi grotteschi dal suo punto di vista. Una visione che diventa anche una critica diretta al modo in cui venivano realmente trattati i pazienti. 

Fino alla fine, il film non esplicita di che malattia si tratti, tanto che sembra fare riferimento al Covid, ma parla in effetti di tutt’altro. Sin dall’inizio Chiara rassicura la compagna che non ci sono rischi di contagio. “A suo tempo – ha raccontato Anne Riitta Ciccone – parlando del virus con cui abbiamo dovuto combattere con mio papà, cercavo una formula narrativa che riuscisse a significare quello che era il pregiudizio ma anche la diffidenza degli altri. Mi è venuto in mente di far sì che tutti nel mondo si comportassero come si comportavano nell’ospedale in cui io stavo con mio padre”. 

Il mondo in cui vive Chiara è quindi un mondo distopico, che omaggia quindi il genere fantascientifico tanto amato sia dalla regista che dal padre. “Per rendere universale la propria storia personale, bisogna cercare sempre e comunque di allontanarsi in qualche modo dall’iper-realismo. Per me era anche una sorta di omaggio. Il film nasce da una promessa che ho fatto a mio padre. Lo vedevo molto raramente ma eravamo legati da un amore enorme per la fantascienza. Avevamo la fissazione di giocare sul fatto dei viaggi nello spazio e che eravamo fatti di sostanza extraterrestre. Mi piaceva l’idea di metterlo in un genere cinematografico che ci accumanava, quello dei film che guardavamo insieme”, ha spiegato la regista.

A questi aspetti si uniscono tematiche e teatralità de “Le Baccanti” e in particolare il tema della religiosità. “Euripide ha sempre dichiarato di non credere negli dèi ed essere ostile alla superstizione ma nell’ultima fase della vita ha iniziato a porsi dei dubbi. Lui descrive Dioniso come un dio negativo e pauroso, quello che è stato definito come una sorta di negativo del nostro Gesù Cristo. Dioniso è figlio di un dio e di una donna mortale che, in quanto non riconosciuto come divino, reagisce in maniera violentissima. Mi ha fatto impressione la sovrapposizione di sentimenti e tematiche, – ha concluso – da lì ho avuto l’idea di scrivere un film che fosse un crossover con la storia della protagonista riprodotta come una sorta di eucarestia”.

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