sabato | 14 Dicembre | 2024
Elisabetta Musso
Elisabetta Musso
Nasce a Palermo nel 1983. L’anno di Flashdance e Scarface, dei primi orologi Swatch e dei virus informatici. Ma sopratutto l’anno della hit “L’italiano” di Toto Cutugno. Avvocato di mestiere e gastronauta per vocazione, dopo la laurea in Giurisprudenza e l’abilitazione all’esercizio della professione, abbandona la via forense per intraprendere quella del gusto. Ama follemente i libri, il vino, i cocktail, la musica e Miles Davis. Nel tempo libero adora bere, leggere, scrivere e ascoltare musica, mangiare e tormentare amici e conoscenti sull’importanza di “bere consapevolmente”. Crede nelle isole perché inventano il mare. Il suo motto: “Per certi versi, per altri bevi”. Gesù Cristo è il suo idolo e modello di riferimento per matrimoni, battesimi, lauree e barmitzwah.

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Mercato del Capo a Palermo: storia, cosa vedere e dove mangiare

La storia e le curiosità sul Mercato del Capo di Palermo: uno dei più importanti cittadini, rappresenta l'anima multietnica della città

Elisabetta Musso
Elisabetta Musso
Nasce a Palermo nel 1983. L’anno di Flashdance e Scarface, dei primi orologi Swatch e dei virus informatici. Ma sopratutto l’anno della hit “L’italiano” di Toto Cutugno. Avvocato di mestiere e gastronauta per vocazione, dopo la laurea in Giurisprudenza e l’abilitazione all’esercizio della professione, abbandona la via forense per intraprendere quella del gusto. Ama follemente i libri, il vino, i cocktail, la musica e Miles Davis. Nel tempo libero adora bere, leggere, scrivere e ascoltare musica, mangiare e tormentare amici e conoscenti sull’importanza di “bere consapevolmente”. Crede nelle isole perché inventano il mare. Il suo motto: “Per certi versi, per altri bevi”. Gesù Cristo è il suo idolo e modello di riferimento per matrimoni, battesimi, lauree e barmitzwah.

Il Mercato del Capo a Palermo è uno dei luoghi più affascinanti per storia e caratteristiche del capoluogo siciliano. Esso infatti esprime il suo cuore multietnico, attraverso diverse sfaccettature. Per questo motivo è attrattiva per i turisti, ma anche per la popolazione locale, che di giorno in giorno lo visita alla ricerca di prelibatezze da gustare sul posto oppure a casa.

Il Mercato del Capo a Palermo: la storia

La storia del Mercato del Capo di Palermo è tra le più antiche. Insieme a Ballarò è uno dei più importanti e storici mercati cittadini d’origine araba. Nel caso del Capo, questo prende il nome dall’espressione latina “Caput Seralcadi”: caput in latino  indica “inizio” e “ser al Kadii che in arabo indica la “via che porta al Kadì” cioè al ministro di giustizia, trovando infatti collocazione nella zona più a nord dell’antico quartiere seralcadio. 

Il punto di smercio agroalimentare, dedicato per eccellenza al pesce, si estende sulla stessa area in cui un tempo sorgeva l’antico quartiere arabo degli “Schiavoni” (che in origine accoglieva mercenari e commercianti di schiavi), da via Cappuccinelle verso lo slargo in cui s’incrociano via Beati Paoli, via Sant’Agostino e via Porta Carini. Quest’ultima prende il nome dall’omonima porta trecentesca, ingresso principale al mercato adiacente al Palazzo di Giustizia.

Porta Carini l’ultima delle tre porte (le altre due porte quella di Santa Rosalia e Maqueda, furono demolite per costituire piazza Verdi) che si aprivano nella cinta muraria settentrionale della città. Non è tuttavia l’originaria, ma un suo rifacimento che risale alla fine del XVIII secolo. Poco si sa della porta originale, se non che fosse sicuramente esistente già nel 1300 e sul nome, che probabilmente prende da Carini, terra alla quale era rivolta e da cui si poteva facilmente raggiungere. Sulle mura adiacenti, un’antica tradizione narra che nel 1348, apparve Sant’Agata che liberò la città dalla peste. Per lungo tempo si venerò la santa nell’omonima chiesa oggi distrutta. 

mercato del capo palermo

Cosa vedere al Mercato del Capo: il panificio Morello, ma senza la Pupa

Nelle bancarelle del Mercato del Capo, a vista, riparate dai tendoni colorati, si trovano anche frutta e verdura, conserve, spezie, pesce e carne freschi e i classici prodotti street food. Tante inoltre le strutture storiche presenti da visitare durante una passeggiata.

Prima di giungere nella piazza principale del Mercato del Capo di Palermo, sulla via Cappuccinelle si trova ad esempio il noto panificio Morello. La sua fama è dovuta alla meravigliosa insegna a mosaico in stile Liberty, raffigurante la donna nota a tutti come “Pupa del Capo”. Il mosaico dopo un accurato restauro è oggi esposto alla mostra “Palermo LibertyThe Golden Ageche fino al 30 maggio 2024 sarà ospite presso Palazzo Sant’Elia. 

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Demetra, la Pupa del Capo

Merita sicuramente una sosta la chiesa dell’Immacolata Concezione, costruita nel 1612 in stile barocco su progetto di Orazio Nobili. L’interno è ad un’ unica navata, riccamente decorata da marmi mischi e stucchi dorati. Il soffitto a botte è decorato da stucchi e dall’affresco di Olivio Sozzi con il Trionfo degli Ordini religiosi. Nel complesso è particolarmente ricca e sfarzosa tanto da incantare ad ogni visita sia la gente del luogo sia i turisti (aperta tutti giorni dalle ore 9 alle 13 con un costo modesto del biglietto d’ingresso) 

Tra i vicoli del quartiere Capo è bello anche perdersi a osservare i colori variopinti dei prodotti nelle bancarelle e odorare gli infiniti profumi sprigionati dalla frutta, dalle spezie e dalle preparazioni proposte dagli esercenti. 

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Demetra, la Pupa del Capo

Mercato del Capo a Palermo, dove mangiare: spicca lo street food con Dainotti’s

Per coloro – turisti e non – che si stessero domandando dove mangiare al Mercato del Capo di Palermo, le soluzioni sono diverse. La Friggitoria da Arianna e il noto Dainotti’s entrambi in via porta Carini, sono luoghi dove potrete gustare il tipico street food: arancine, panelle, pesce fritto, verdure in pastella, caponata, pane con la milza, sarde a beccafico e tanto altro. In vicolo Abbadia si trova invece le Angeliche, ristorantino siciliano dall’anima tradizionale e autentica. 

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