martedì | 22 Ottobre | 2024
MARCO PETROLITO
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A contraddistinguermi è la passione per la musica e l'arte. Ma amo anche viaggiare ed il buon cibo. E vivo di sport. Giornalista da quasi 20 anni per provare a raccontare e a trasmettere, con la scrittura, le emozioni legate al mio mondo.

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Saline di Priolo, alla scoperta dei fenicotteri in Sicilia: la natura fa i conti con l’inquinamento

La natura al fianco dell'industria: nelle Saline di Priolo ci sono fenicotteri e altre specie, ma anche tanto inquinamento

MARCO PETROLITO
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A contraddistinguermi è la passione per la musica e l'arte. Ma amo anche viaggiare ed il buon cibo. E vivo di sport. Giornalista da quasi 20 anni per provare a raccontare e a trasmettere, con la scrittura, le emozioni legate al mio mondo.

È l’unica zona della Sicilia in cui puntualmente nidificano i fenicotteri, e dove, in quel che rimane della vecchia salina, nei decenni si è fatta largo un’incredibile varietà di piante e di specie animali. Nonostante l’estrema bellezza dei luoghi decantati da Virgilio e Tucidide faccia della riserva naturale orientata Saline di Priolo“, l’ultimo affascinante lembo di un’area umida che tanti anni fa occupava un ampio tratto di costa del siracusano, è proprio a pochi passi da lì che resistono ancora oggi la zona industriale e gli impianti del polo di Siracusa-Priolo Gargallo.

Saline di Priolo, attorno un’area tra le più inquinate d’Italia

Nonostante della zona industriale sviluppatasi prepotentemente all’inizio degli anni ’50 sia rimasto ben poco, a causa delle attività che si sono svolte e della relativa pericolosità anche la riserva, purtroppo, rientra nell’ambito di un piano di disinquinamento promosso dal ministerodell’Ambiente ed è posta all’interno dei confini di vari siti inquinati di interesse nazionale con l’obbligo legislativo di sottoporre tali aree a bonifica.

Eppure l’area in cui sorge la riserva, vasta ben 232 ettari e gestita dalla Lipu per conto dell’assessorato regionale Territorio e ambiente, rimane unica ed è aperta alle visite tutto l’anno. Dotata di bacheche didattiche divulgative e di una biblioteca naturalistica a disposizione dei visitatori, ma anche di una serie di capanni di osservazione e di sentieri, la riserva è sempre al centro di molteplici attività come escursioni guidate, iniziative di educazione ambientale legate alle scuole, ricerche, censimenti e monitoraggio continuo della fauna e della flora dell’area.

Fenicotteri e pipistrelli, tante specie di volatili “affollano” la riserva

Sotto il profilo naturalistico, l’area conserva un habitat steppico, che, oltre ai fenicotteri, ospita una popolazione nidificante di calandre con densità raramente riscontrate in Europa; inoltre, il raro occhione trova proprio in tali zone la popolazione nidificante conosciuta più importante della Sicilia. In primavera, poi, la penisola è luogo di sosta vitale per migliaia di passeriformi migratori come il culbianco isabellino e la monachella

saline di priolo - Be Sicily Mag

Proprio nei giorni scorsi nel sito è stata avviata una nuova attività di ricerca scientifica basata sui pipistrelli al fine di comprendere meglio il loro ruolo vitale nell’ecosistema dell’area protetta. I pipistrelli, com’è noto, contribuiscono al controllo delle popolazioni di insetti, soprattutto quelli dannosi per le coltivazioni e per la salute umana, e la loro presenza può riflettere cambiamentiambientali significativi.

“Tale studio – ha fatto sapere il direttore della riserva, Fabio Cilea – si basa sull’utilizzo di strumenti avanzati come il bat detector che ci permettono di rilevare le vocalizzazioni ultrasoniche emesse dai pipistrelli durante il volo notturno fornendo informazioni cruciali sulla diversità delle specie e sui loro comportamenti. Siamo certi – ha aggiunto – che anche quest’avventura scientifica ci porterà a delle scoperte sorprendenti e contribuirà a proteggere e preservare la ricchezza biologica della riserva”.

Thapsos, il primo villaggio organizzato della Sicilia preistorica 

A poche centinaia di metri dai luoghi così ricchi di flora e fauna, tornando ai siti da visitare,  si trova anche la penisola Magnisi, naturale estensione e completamento della riserva. Quest’area è di inestimabile valore archeologico e naturalistico: la zona è infatti molto ricca di testimonianze della civiltà preistorica e protostorica (XV-IX a.C.) di Thapsos come necropoli a grotticelle e fondamenta delle abitazioni del primo villaggio organizzato conosciuto in Sicilia e risalente all’età del bronzo.

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