Ha ridisegnato i confini dell’arte e del significato che essa può rappresentare per il grande pubblico, raccogliendo il testimone del padre Angelo Di Gesaro, fondatore dello storico “Centro d’arte Raffaello”, dal 1986 punto di riferimento a Palermo e non solo per artisti italiani ed internazionali. Sabrina Di Gesaro, una laurea in Filosofia, volontà di ferro ed entusiasmo contagioso, già da piccola bazzicava in galleria, nella prima sede che sorge in via Resuttana 414. Sul campo, ha imparato non solo a riconoscere e a valorizzare i talenti artistici ma anche a rinnovare la tradizione, costruendosi nel tempo una galleria a propria misura, ricca di iniziative originali, come fanno gli artisti che materializzano le proprie visioni su tela bianca e gli scultori che plasmano la materia grezza. Dal 2014, ha preso in mano l’attività e ha raddoppiato gli spazi espositivi, con la nuova sede di via Emanuele Notarbartolo. Una creatura che considera ancor di più sua, tanto che per inaugurarla nel 2018 ha scelto la data del suo compleanno, il 19 ottobre.
Sabrina Di Gesaro si racconta a Be Sicily Mag
Dottoressa Sabrina Di Gesaro, parliamo del “Centro d’arte Raffaello” oggi. Quali traguardi e quali sfide vi attendono?
“Quando mio padre mi ha passato le consegne di direttore artistico, assumendo l’incarico di sindaco a Collesano suo paese d’origine, i tempi erano già maturi per il cambiamento. Una sfida che mi ha portato a inaugurare una seconda galleria in via Emanuele Notarbartolo 9/E, nuova realtà con cui ho voluto avvicinarmi al centro cittadino, per dare una vetrina più ampia alle opere d’arte in esposizione. Una prova che si è rivelata una mossa giusta. La nuova sede si è ulteriormente aperta all’arte contemporanea, che si affianca al nostro patrimonio di artisti storicizzati, Renato Guttuso, Salvador Dalì, Michele Cascella, Salvatore Fiume, Piero Guccione, Pablo Picasso, Emilio Greco, Joan Mirò, Antonio Ligabue, Andy Warhol . A oggi, la galleria ha due anime. Da un lato, i protagonisti del Novecento, dall’altro gli artisti contemporanei. Con i giovani e gli emergenti, la galleria fa incursione nel mondo del design, della fotografia, della scultura. Abbiamo quindi ampliato la proposta, anche aprendo ad artisti emergenti internazionali come la spagnola Evita Andujar, l’inglese Nicholas Stedman, il cileno Rojas León e l’irlandese Eoghan Dunne.”
Quali altri cambiamenti ha determinato il nuovo corso da lei inaugurato?
“La creazione di un sito e-commerce su www.raffaellogalleria.com è stato fondamentale per la crescita dell’attività. Durante il lockdown nel 2020, siamo stati costretti ad accelerare il processo di creazione di una terza vetrina aperta su un mercato nazionale e internazionale, dove sarebbe stato impensabile arrivare.
L’e-commerce si basa su una politica di prezzi chiari e trasparenti e dà la possibilità a chiunque di informarsi, conoscendo gli artisti e le loro opere, e di usufruire di un servizio “rendering” che consente di ambientare un’opera nel proprio ambiente di vita”.
Quali risultati avete conseguito?
“Abbiamo raggiunto collezionisti lontani, portando le nostre opere fino a Shangai, Boston, Chicago e in tutta Europa. L’apertura verso questa realtà digitale apre mondi sconfinati accedendo con un clic. Questo stimola a fare di più. La digitalizzazione è un processo inarrestabile, bisogna mettersi al passo, altrimenti si rimane ai margini. Siamo ancora in poche le gallerie in Italia a lavorare così. Partecipiamo, inoltre, a fiere di settore, come nel 2022 ad “ArtePadova”, in un confronto con gallerie nazionali ed estere.
Abbiamo, inoltre, creato una collana di cataloghi pubblicati dalla casa editrice Edity Edizioni “Raffaello Contemporary Art”, volumi dedicati alle mostre più significative”.
Come è cresciuto il team dell’azienda?
“Ho deciso di mettere in campo varie professionalità e competenze che collaborano con me. Sono riuscita a creare una squadra fatta di apporti diversi per aumentare le forze. Stimolante è il contributo dei tirocinanti che provengono anche dall’estero, grazie alle convenzioni che ho stipulato con UniPa e con l’Università di Saragozza in Spagna, ora anche con l’Accademia di Belle Arti di Palermo. L’attività può ricevere così linfa vitale. Fondamentale l’azione di comunicazione curata dall’ufficio stampa di una giornalista professionista”.
Chi sono oggi i compratori d’arte?
“Il mercato dell’arte si è democratizzato. L’arte è più trasversale, è sempre più un patrimonio collettivo. Il mio motto è portare la bellezza a casa di tutti. L’arte dovrebbe essere fruibile universalmente. Gli eventi sono la conseguenza di questo nuovo modo di intendere l’arte. Io li amo e caratterizzano la mia gestione. Ne organizzo spesso con performance musicali live, incursioni nel mondo della danza o del teatro. Questa sinergia tra le arti rende accattivante l’evento anche a chi è non è collezionista. Alcune nostre mostre sono state patrocinate dal Comune di Palermo e inserite all’interno della Settimane delle Culture, come le personali di Carlo Carrà, Antonio Ligabue e Vincenzo Vinciguerra”.
Quali altre iniziative sono state realizzate ultimamente?
“Ci siamo aperti a location esterne nel corso della scorsa estate. A Polizzi Generosa, Giuseppe La Parola ha creato la rivisitazione di un trittico fiammingo, custodito all’interno di una chiesa e attualizzata con riferimenti alla cultura e alle tradizioni locali.
Abbiamo organizzato una performance artistica nel Giardino Duca di Serradifalco, una vera e propria riserva botanica privata. Qui Claudio Cangialosi, pittore, danzatore e coreografo, ha realizzato attraverso l’espressione di tutto il suo corpo una tela di grande formato, ispirata ai tre canti della Divina Commedia, in una sinergia di danza, musica e pittura. Abbiamo esposto le opere di Marco Favata, un omaggio a Palermo, presso la Tonnara Bordonaro e promosso anche una mostra istituzionale a Cefalù, negli spazi comunali dell’Ottagono Santa Caterina, con una bipersonale di Marco Favata e Matteo Must in cui la cittadina normanna ha rappresentato un’ ulteriore vetrina per il turismo internazionale.”
Il suo è un bilancio positivo?
“Oggi mi sento realizzata perché ho creato una realtà che mi sento cucita addosso. Tanti artisti mi contattano da tutta Italia chiedendo di essere rappresentati dalla galleria. Ho rivestito i panni di giurata nel Concorso internazionale di pittura “Castelbuono Cuore d’artista” assegnando anche un “Premio Raffaello” a un artista emergente, curo, inoltre, una rubrica dedicata all’arte in una testata giornalistica nazionale. Il mio è un percorso che ricalca le mie passioni”.
Prossimi appuntamenti?
“Di recente, questo 11 novembre abbiamo inaugurato la mostra dedicata a Giorgio Prati. Il 2 dicembre, invece, sarà la volta della personale di Marco Favata e il 13 aprile 2024 l’artista tedesco Nicholas Hipp sarà per la prima volta in Italia ospite da noi”.
di Isabella Napoli
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