martedì | 22 Ottobre | 2024

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Neve e Turismo, dalle Madonie ai Nebrodi, ecco cosa fare nel weekend in montagna

Mentre a Piano Battaglia si torna a sciare dopo tre anni con la rimessa in funzione degli impianti che servono la piccola stazione sciistica in provincia di Palermo, sui Nebrodi non mancano le attività da fare per gli amanti del turismo di montagna.

Gli scarponi, da escursionismo o da sci. I bastoncini, per l’equilibrio dei movimenti sulla neve; a volte, i ramponi e le piccozze; e, sempre, guantoni e berretti. È la gamma multicolore degli attrezzi che in queste settimane d’inverno caratterizzano il mordi e fuggi turistico tra pianori, pendii e boschi imbiancati delle montagne più alte di Sicilia. 

In linea con il trend internazionale del turismo invernale anche l’isola più grande del Mediterraneo, forte dei valori paesaggistici del suo entroterra, fa segnare un interesse in ascesa costante verso due attività in particolare: le camminate con le ciaspole, ossia le racchette da neve da inforcare con le scarpe da trekking e lo sci escursionismo, variante del classico sci di fondo, alla quale si aggiunge la ben più impegnativa disciplina dello sci alpinismo. Nel territorio regionale si contano ormai a decine le associazioni che da gennaio fino ad aprile offrono programmi di escursioni sulla neve, sia giornaliere sia diluite nei fine settimana. Per coloro che si muovono dalla Sicilia occidentale alla ricerca della neve, i comprensori delle Madonie e dei Monti Nebrodi, i più ricchi contenitori di biodiversità del territorio regionale, sono quelli di maggior riferimento. 

Le Madonie

Gli appassionati della neve lo sanno bene: nel Parco delle Madonie, se le nevicate sono state generose, la compattezza e la resistenza della neve è la migliore della Sicilia. Tutti i tracciati, anche quelli fuori pista, si snodano infatti su versanti piuttosto protetti dai venti. Gli scenari sono incantevoli, perfetti per soddisfare l’esigenza di muoversi con lentezza nella natura. “In questo periodo post covid il turismo outdoor è letteralmente esploso e sono molti i siciliani, e non solo, che arrivano a Piano Battaglia sia per sciare o scivolare su slittini e teli di plastica, sia, soprattutto per sperimentare il piacere di una lunga e ciaspolata, intervallata da soste per indugiare su questi paesaggi bianchi incantati”, dice Giovanni Nicolosi, fondatore dell’associazione Madonie a Passo Lento.   I percorsi più affascinanti, di difficoltà variabile e in genere con una lunghezza media di 10 chilometri, sono le pendici del Monte Mùfara, il Monte Ferro e il Pizzo Carbonara, ovvero la vetta più alta delle Madonie. A questi si aggiungono i sentieri del Pizzo Principessa, nonché quello che conduce al santuario della Madonna del Monte Alto. E ancora, i paesaggi di Piano Semprìa, nell’area di Castelbuono e di Piano Catarineci, tra Geraci Siculo e le due Petralie (Sottana e Soprana)”. 

Panorami che fanno pensare all’Arco Alpino. Ma che si sporgono sul Tirreno, offrendo una visuale unica che nelle giornate chiare si allunga fiuno a Ustica e arriva ad abbracciare le Isole Eolie. Tragitti lungo i quali i gruppi di escursionisti, condotti dalle guide madonite, possono sperimentare diverse affascinanti varianti. 

Una chicca sono in particolare le ciaspolate al tramonto: un’esperienza emozionante che si conclude scendendo senza accendere quasi mai le torce, grazie al potere riflettente della neve. 

“I punti del tramonto sono spettacolari praticamente da tutti i versanti esposti a ovest della catena montuosa: tra questi, oltra al Mùfara, il Monte Cervi, il Pizzo Scalonazzo e il Monte Spina Puci, che fiancheggia il Pizzo Carbonara e si affaccia su Piano Battaglia”, specifica Nicolosi.

Sempre sulla Madonie è inoltre ripartito anche lo sci-escursionismo, ossia tour guidati che a Piano Battaglia seguono in genere a minicorsi di sci di fondo tenuti da un maestro federale. “Al momento la quantità di neve non consente lunghe escursioni, si spera che le temperature si stabilizzino su medie basse in quota, così da rinnovare e mantenere il manto nevoso, dal quale dipende la percorribilità dei percorsi in questa attività – spiega Vincenzo Scavuzzo Vincenzo Scavuzzo, guida escursionistica dell’associazione Aria Terra. Con un buon innevamento uno dei must madoniti è l’anello sottostante Monte Cervi, circa 12 chilometri complessivi con divertenti saliscendi, senza però grandi pendenze”. Abbordabile, a condizione però di avere già una certa dimestichezza con gli sci da escursionismo, è anche il percorso fino a Pizzo Carbonara. Tratto, questo, che si presta anche allo sci alpinismo, disciplina diversa e più tecnica in quanto presuppone una certa esperienza di sciatore, una maggior preparazione fisica e un’attrezzatura specifica. “Lo sci escursionismo invece – riprende Scavuzzo – somiglia molto allo sci nordico, con alcune differenze: anche qui gli sci sono a tallone libero, ma sono un po’ più larghi e montano attacchi specifici, anche questi più comodi rispetto a quelli dello sci di fondo. Inoltre, si usano le cosiddette pelli di foca (ormai in materiale sintetico), da applicare sotto gli sci per evitare lo scivolamento all’indietro nelle fasi di salita”.

Specialmente nell’ultimo fine settimana Piano battaglia ha fatto registrare il pienone ed è stato necessario a un certo punto bloccare le strade dato che lo spazio per parcheggiare auto e pullman si è esaurito. Finalmente riattivi gli impianti di risalita del Monte Mùfara, la cui gestione è adesso di competenza della Città Metropolitana di Palermo. Nel frattempo, è stato riavviato il tapis roulant di risalita per la scuola sci, fruibile gratuitamente. Anche lo sci di fondo attira praticanti a Piano Battaglia: “soprattutto agonisti in erba, dai 5 ai 13 anni che vengono a allenarsi e a gareggiare qui non solo dai paesi madoniti ma anche da quelli dell’Etna – specifica l’istruttrice federale Graziella Russo.

I Nebrodi

Altro tesoro naturalistico, i Monti Nebrodi. Una piccola Svizzera a 18 chilometri dal mare, come viene chiamato l’omonimo parco regionale istituito 20 anni fa e con i suoi quasi 86mila ettari la più grande area naturale della Sicilia. Qui, l’assenza di piste da sci viene compensata da affascinanti sentieri escursionistici. Aree principali, quella di Floresta, con i percorsi verso Punta Randazzo, Monte Baratta, Punta dell’Inferno e, in direzione dell’Etna, quella di Cesarò, molto gettonata dagli appassionati delle ciaspole. 

In particolare, il percorso lungo le spalle del Monte Soro e quello che dallo stesso rilievo digrada verso il lago Maulazzo, invaso artificiale realizzato dalla Forestale negli anni ’60 e, in pieno inverno, ghiacciato in quasi tutti i suoi due ettari di estensione. Novità escursionistica di quest’anno, il percorso della Trasversale dei Nebrodi (che non va confuso con la Dorsale nebroidea, tracciato di oltre 70 chilometri la cui sentieristica è in via di funzionalizzazione).

“Questo tracciato va da Cesarò fino a Longi e vi accompagniamo i camminatori solo in autunno e primavera – illustra la guida naturalistica Barbara Cangemi, dell’associazione La Stretta. Con la neve però attraversiamo una sua parte molto affascinante, quella del bosco di Sollazzo Verde, dove si trova una vecchia struttura di Gesuiti, che sfruttiamo per il pernottamento con sacchi a pelo; è da lì che il giorno dopo il attracchiamo il sentiero verso il lago Biviere, il più grande del comprensorio, anche questo quasi sempre ghiacciato in inverno”. Le attrattive dei Nebrodi sono essenzialmente legate alla ricchezza d’acqua. Lo dimostrano la stessa Stretta di Longi e le Cascate del Catafurco, dove – aggiunge Cangemi “anche quando non c’è neve si può ammirare lo spettacolo della loro grande portata idrica”. La fauna di piccole dimensioni è variegata: “camminando si possono trovare tracce di istrici e gatti selvatici”. E un’attrattiva importante sono gli uccelli rapaci. Come la colonia di grifoni di Alcara li Fusi, arrivata a 200 esemplari, a cui si aggiunge una coppia di aquile reali nidificanti. I valori botanici, dal canto loro, sono di prim’ordine: da piante giganti di agrifoglio a faggi secolari. Su tutti, però, spicca il grande Acero del Monte Soro: con i suoi quasi 6 secoli d’età il re della selva è lui.

Dove mangiare e dove dormire

Sempre raccomandabile non separare escursioni e sciate dalla visita ai borghi delle montagne siciliane: piccoli universi gastronomici che invitano a rilassate sedute in trattorie e pasticcerie. Le produzioni agricole locali si traducono in sostanziosi piatti con legumi e ortaggi – soprattutto fagioli lenticchie e peperoni – così come in arrosti o bolliti a base di carne suina o di manzo, guarniti con verdure selvatiche. Portate alle quali, a fine pasto, si addizionano i dolci: pistacchio o mandorle, come ingredienti base; ma anche frutta candita e crema di ricotta. Con l’immancabile accompagnamento di grandi vini. 

Parco delle Madonie

Mangiare

Sulle tavole imbandite del Parco delle Madonie, protagonisti sono i fagioli ‘badda’, coltura secolare oggi presidio Slow Food, dalla forma tondeggiante simile, appunto, a una piccola palla. Immancabili in diversi tra i piatti ‘montanari’ del ristorante U Bagghiu (www.ristoranteubagghiu.it, Tel 328 73 57 945), a Polizzi Generosa.

Primi piatti di pasta con ragù di maialino nero delle Madonie e melanzane, sono invece tra le specialità de Il Castello, ristorante (e albergo) all’interno di un maniero normanno restaurato a Petralia Sottana (www.il-castello.net Tel 0921. 64 12 50).Tra i prodotti centrali della pasticceria dei borghi madoniti, lo Sfoglio, specialità ‘bandiera’ di Polizzi Generosa: un tortino guarnito di formaggio fresco (la tuma), cioccolata, cannella e zucchero. In altri paesi del comprensorio una variante di questo dolce consiste nelle cosiddette ‘sfogliatelle’, molto richieste alla pasticceria Orlando & D’Alberti, di Castellana Sicula (Corso Giuseppe Mazzini, 185, Tel. 0921 64 2 052). Capitale del Panettone artigianale resta Castelbuono. Oltre alla produzione, ormai famosa, dei Fiasconaro (Piazza Margherita, 10, Tel. 0921 67 71 32), molto apprezzato è anche quella della poco distante pasticceria Sferruzza (Via Vittorio Emanuele, 81, Tel. 0921 67 10 71). Tra i vini del comprensorio spiccano i biodinamici di Abbazia Sant’Anastasia, a Castelbuono e la produzione della Castellucci Miano, a Valledolmo.   

Dormire

La scelta di bed &breakfast è ampia nel Parco delle Madonie. A Piano Battaglia, nelle settimane di neve, è gettonato il Rifugio Marini (www.rifugiomarini.it tel 335 77 72 269- 0921 64 90 12). A due km dal comune di Petralia Soprana, l’Antico Resort Cerasella (Contrada Cerasella, Tel. 339.73 66 185), offre le atmosfere di una struttura storica e la comodità di 10 bungalow indipendenti che si affacciano su un paesaggio montano affascinante in ogni stagione. Chi punta sulla ricercatezza, deve scendere di quota: il riferimento è il Relais Abbazia Sant’Anastasia, appena fuori Castelbuono (www.abbaziasantanastasia.com, tel. 0921 672233).

Parco dei Monti Nebrodi

Mangiare 

Tra i 24 borghi del Parco dei Monti Nebrodi, l’area protetta più vasta della Sicilia, spiccano anzitutto i secondi piatti a base di Suino nero (quello nebroideo è un altro presidio Slow Food). Ma tra le tipicità ci sono anche antiche ricette per piatti di pasta dai sapori forti. Per esempio, i ‘Maccheroni alla disgraziata’: “preparati con pomidoro e peperoncini, salsa piccante, olive nere e qualche altro ingrediente che non riveliamo” dicono alla trattoria Don Santo, di Floresta (www.donsanto.it, 0941 66 20 30 – 0941 66 52 12). Nel comprensorio la mappa dei ristoranti è piuttosto variegata. Noti punti di riferimento sono la trattoria ‘La Petrusa, a Longi (SP159, 201, tel. 333 740 6425) e i ristoranti La Falda (Via Galini, tel. 0941 436056) e Degusto (Via Cavour, 10, tel.0941 435193), a Galati Mamertino. Sulla costa, invece, a Capri Leone, l’Antica Filanda (http://www.anticafilanda.me/, tel.0941 919704) è il luogo più rinomato per scoprire i sapori del territorio nebroideo. 

Dormire

Il Parco dei Monti Nebrodi conta oggi decine di soluzioni ricettive di vario livello. Tra le strutture agrituristiche, Il Vignale (tel 338 2779383), a 4 chilometri dal borgo di Longi: un immobile ristrutturato del XIX secolo con monolocali e chalet indipendenti in stile rustico. Nella stessa area montana, anche comodi b&b: come  l’Antico Borgo San Francesco (Contrada Zimmi,tel. 347 704 0907) e Il Canalotto (contrada Crocetta, tel. 320 909 68 89), che funziona anche come ristorante. A 10 chilometri da San Fratello, la Masseria Santa Mamma (www.santamamma.it, tel 347 67 92 228) unisce natura e storia; si trova infatti ai margini del grande bosco di San Fratello e le sue prime pietre risalgono al 1500. Si tratta di una azienda agricola circondata da querceti secolari, che funziona dagli albori dell’Unità d’Italia: la tenuta venne infatti donata nel 1883 al patriota Gregorio Ugdulena, avo dell’attuale famiglia proprietaria, dal re Vittorio Emanuele II. Da allora funziona come azienda agricola del tutto autosufficiente sotto il profilo energetico: è dotata di centrale idroelettrica propria, impianto fotovoltaico e sfrutta le biomasse degli animali. La produzione è a tutto campo: dalla frutta, anche tropicale, all’olio, dalla carne ai prodotti caseari. In pieno inverno l’ospitalità in masseria (10 stanze per un totale di 30 posti letto) funziona solo nei fine settimana, mentre è sempre attiva da giugno a settembre.

Articolo di Antonio Schembri

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